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Il primo stadio del lanciatore riutilizzabile di Blue Origin New Glenn è stato sistemato sulla rampa di lancio di Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, per avviare i preparativi in vista della prossima missione.
Alla fine di questo mese, o il prossimo, partirà verso l’orbita bassa portando con sé una coppia di sonde Nasa chiamate Escapade (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers), che raggiungeranno Marte per esaminare le interazioni dell’atmosfera del Pianeta Rosso con il vento solare, i campi magnetici e il meteo spaziale.

Dopo il debutto di gennaio nel volo di prova Ng-1, in cui ha raggiunto l’orbita terrestre, il New Glenn ora è pronto per affrontare una missione scientifica operativa. Il lanciatore è tra i più potenti disponibili attualmente sul mercato. Alto 98 metri, può portare fino a 45 tonnellate di carico in orbita terrestre bassa e 13 tonnellate in orbita geostazionaria, numeri con cui è in grado di competere con razzi come il Falcon Heavy di SpaceX, il Vulcan Centaur di Ula o l’Ariane 6 di Esa. Alla pari di altri competitor, è anche parzialmente riutilizzabile: il primo stadio è in grado di atterrare su una piattaforma galleggiante in mezzo all’oceano, scendendo dolcemente e verticalmente usando i motori Be-4. Il riutilizzo riduce i costi del lancio e limita l’impatto ambientale. Se opportunamente recuperato, infatti, il primo stadio del New Glenn si può riutilizzare fino a 25 volte.
Alla fine del primo lancio questo recupero purtroppo non è stato possibile perché tre motori non si sono riaccesi. Dopo lo stop ai lanci imposto dalla Faa (Federal Aviation Administration) a causa di questo incidente, Blue Origin ha lavorato per individuare le criticità, a cui sono seguite le opportune modifiche e correzioni ai sistemi necessarie per ottenere nuovamente l’abilitazione a far volare il razzo.

Le due sonde gemelle Escapade che saranno sistemate nel payload fairing del New Glenn, soprannominate Blue e Gold, sono state assemblate dall’azienda californiana Rocket Lab. Un volta raggiunta l’orbita bassa, verranno rilasciate staccandosi dal secondo stadio, con distanze e tempi leggermente differenti per garantire orbite iniziali indipendenti. Una volta raggiunto Marte faranno c0sì osservazioni simultanee, ma da punti diversi, ottenendo dati scientifici più accurati. Il loro compitò sarà soprattutto delineare in che modo il campo magnetico indotto guida i flussi di particelle attorno al pianeta. Inoltre, studieranno come l’energia e la quantità di moto vengono trasferite dal vento solare attraverso la magnetosfera e quali processi controllano il flusso di energia e materia dentro e fuori l’atmosfera ibrida marziana.
La descrizione di queste dinamiche è fondamentale per comprendere come Marte abbia perso la maggior parte dell’acqua e le temperature miti che aveva in un lontano passato e che, forse, sono state la culla per la comparsa di forme di vita primordiale.

Descrizione della missione con ricostruizioni in computer grafica:

 

Immagine: Il primo stadio del razzo New Glenn di Blue Origin mentre viene trasportato verso la rampa di lancio al Cape Canaveral Space Force Station
Crediti: Blue Origin