Un stella di colore rosso intenso che varia leggermente di magnitudine e si presenta avvolta da un delicato guscio sferico: l’insolito astro è U Antliae, situato nella debole costellazione australe della Macchina Pneumatica (Antlia) e recentemente osservato dallo sguardo acuto del radio telescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array). La singolarità della stella è al centro di uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, coordinato dall’Università di Vienna. L’indagine è stata illustrata nell’articolo “Rings and filaments. The remarkable detached CO shell of U Antliae”, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

U Antliae è una stella al carbonio, fredda e luminosa, che, nel diagramma di Hertzsprung-Russell, è collocata sul ramo asintotico delle giganti (Agb). Nello corso della sua storia, circa 2700 anni fa, l’astro ha vissuto una breve fase caratterizzata da un veloce perdita di massa; in questo periodo, durato poche centinaia di anni, U Antliae ha emesso il materiale all’origine della ‘bolla’ avvistata da Alma. I dati dettagliati raccolti dal radiotelescopio hanno permesso agli studiosi di individuare, nel guscio, delle sottili nubi di gas, definite ‘sottostrutture filamentose’. Inoltre, grazie al set di dati tridimensionali prodotto da Alma, gli autori dello studio hanno potuto constatare che il tenue guscio della stella è particolarmente sottile ed è caratterizzato da una straordinaria simmetria.

Gli astrofisici, quindi, ritengono di fondamentale importanza l’analisi della composizione chimica dei gusci e dell’atmosfera di stelle della stessa tipologia di U Antliae, in quanto rappresentano un ottima ‘palestra’ per approfondire i meccanismi alla base dell’evoluzione degli astri nell’antico Universo e delle galassie. Ad esempio, bolle come quella di U Antliae presentano una vasta gamma di composti chimici basati sul carbonio ed altri elementi e rivestono un ruolo importante nel rimettere in circolo la materia e nell’arricchire la polvere interstellare. Il radiotelescopio Alma, situato sull’altopiano di Chajnantor nelle Ande cilene, è stato inaugurato nel 2013 ed è frutto di una partnership internazionale tra l’Eso (European Southern Observatory), la Nsf (U.S. National Science Foundation) e i Nins (National Institutes of Natural Sciences) del Giappone, in collaborazione con il Cile.