La superficie calda e brillante di Mercurio non è esattamente il luogo ideale per la ricerca di ghiaccio. Uno studio, condotto dalla Brown University e pubblicato su Geophysical Research Letters, suggerisce che questo elemento potrebbe trovarsi in determinate aree della superficie butterata del pianeta. Nel dettaglio, grandi depositi di ghiaccio superficiale potrebbero trovarsi all’interno di tre nuovi crateri recentemente scoperti e, in misura minore, sparsi intorno al polo nord di Mercurio, sia nei crateri sia nelle zone ombreggiate tra questi ultimi. La teoria riguardante la presenza di ghiaccio su Mercurio si è fatta strada negli anni Novanta, quando i telescopi radar a terra hanno individuato alcune regioni altamente riflettenti all’interno di diversi crateri situati nelle vicinanze dei poli del pianeta. L’asse di Mercurio non è molto inclinato, per questo motivo i suoi poli risultano poco illuminati e la mancanza di atmosfera mantiene le temperature di queste aree sufficientemente basse da far presupporre l’esistenza di ghiaccio.
Queste ipotesi sono state suffragate dalle osservazioni della missione Messenger della Nasa entrata nell’orbita di Mercurio nel 2011. La sonda, che ha terminatoil suo compito ‘investigativo’ nel 2015, ha rilevato i segnali emessi dai neutroni al polo nord del pianeta, indicativi della presenza di ghiaccio. Queste informazioni sono state ottenute dall’altimetro laser a bordo di Messenger, un dispositivo solitamente utilizzato per mappare l’elevazione che può essere utile per il monitoraggio della riflessione della superficie. Lo strumento ha così individuato tre nuovi crateri che si espandono per circa 3.400 chilometri quadrati. Un altro aspetto importante dello studio riguarda i dati sulla riflessione del terreno che circonda i crateri.
L’area non è così luminosa quanto l’interno dei crateri, ma è notevolmente più brillante di molte altre zone della superficie di Mercurio. L’esistenza di questi piccoli depositi di ghiaccio potrebbe aumentare di molto l’inventario del ghiaccio presente sul pianeta. La ricerca è ancora agli inizi e molti sono i dubbi da sciogliere, primo tra tutti come il ghiaccio sia riuscito a formarsi sulla superficie. L’ipotesi più accreditata è che sia stato portato d a una cometa ricca d’acqua o dall’impatto di asteroidi, mentre una seconda teoria suggerisce che l’idrogeno possa essere stato portato sulla superficie dal vento solare che seguito, si sarebbe combinato con una fonte di ossigeno per formare l’acqua.