Rocciosi, gassosi e ricchi di acqua: sono queste le categorie degli esopianeti in cui ci si può imbattere nei pressi delle stelle nane rosse (o di tipo M), secondo un nuovo studio di Science (articolo: “Density, not radius, separates rocky and water-rich small planets orbiting M dwarf stars”).
L’indagine, basata principalmente sui dati della missione Tess della Nasa e su modelli informatici, è stata coordinata dall’Istituto di Astrofisica dell’Andalusia e ipotizza che la densità (invece del raggio) sia l’elemento-chiave per distinguere le caratteristiche dei pianeti delle nane rosse, piccoli mondi di dimensioni inferiori a quelle di Nettuno.
Secondo gli autori della ricerca, questi corpi celesti rivestono un notevole interesse soprattutto per quanto riguarda l’analisi della loro atmosfera tramite la spettroscopia e la ricerca di eventuali tracce di vita; tuttavia, non sono semplici da studiare a causa della loro distanza dalla Terra e della luce debole emessa dalle nane rosse.
I mondi extrasolari analizzati per il saggio sono 34 e sono stati scoperti di recente da Tess, la sonda che va a caccia di esopianeti con il metodo del transito. Gli scienziati, utilizzando in particolare le misurazioni del raggio e della massa, sono riusciti ad avere un quadro più chiaro delle tipologie in cui l’insieme di questi piccoli mondi è suddiviso; in base alla densità, sono state individuate tre categorie, vale a dire esopianeti rocciosi, gassosi e ricchi di acqua. Per questi ultimi, caratterizzati da un rapporto 50/50 tra ghiaccio e acqua (i due componenti principali), i ricercatori sostengono che probabilmente si sono formati lontano dalla stella ospite, oltre la cosiddetta ‘linea del ghiaccio’, prima di spostarsi in un’orbita più vicina ad essa.
Quindi, secondo lo studio, i sistemi delle nane rosse sono in grado di dare vita ad una pluralità di corpi celesti e questa teoria potrà essere confermata in tempi abbastanza brevi: infatti, alcuni dei mondi ricchi di acqua sono stati già selezionati per ulteriori osservazioni mirate a indagare le loro atmosfere. Le nane rosse, infine, sono la classe di stelle più comune nella Via Lattea: quindi, studiare i loro sistemi – affermano gli esperti – è importante per approfondire i processi di formazione ed evoluzione dei piccoli esopianeti.
Crediti immagine: Nasa