Tavola rotonda al Festival dell’Economia di Trento sulla Space Economy: protagonisti Roberto Battiston (Asi), Massimo Comparini (e-Geos), Dan Hurt (Nanoracks) e Jeffrey Manber (Virgin Orbit)
“Vale 330 miliardi di dollari o euro, può sembrare poco a livello mondiale, ma è un mondo al limite della tecnologia ed è un segnale di grande prospettiva e futuro”. Così ha esordito il presidente dell’agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston intervenendo al dibattito “Lift-off, parte il razzo della Space Economy”, organizzato nell’ambito del Festival dell’economia in programma a Trento dal 31 maggio al 3 giugno.
A dibattere con Battiston, moderati da Andrea Zanini, portavoce dell’Asi, l’Ad di e-Geos, Massimo Comparini e gli statunitensi Jeffrey Manber Ad di Nanoracks e Dan Hart Presidente e Ad di Virgin Orbit.
Battiston ha portato alcuni esempi di come il mondo dello spazio, pur restando un settore di frontiera nell’ambito della tecnologia, ha ormai una maturazione ed una evoluzione che lo rende commercialmente appetibile. Lanciare satelliti non è più proibitivo dal punto di vista economico e questo grazie a lanciatori che hanno saputo abbattere i costi recuperando parte dei loro stadi, unitamente alla realizzazioni di satelliti di piccole dimensioni ma comunque di gradi capacità scientifiche e tecnologiche. Ha ricordato come l’azienda Avio, che realizza il vettore Vega è l’unica società al mondo del settore lanciatori che si è quotata in borsa, dimostrazione del potenziale commerciale che tale vettore ha sul mercato.
E su tali temi non è casuale la presenza di Nanoracks e Virgin Orbit. Due società che hanno stretto accordi, tramite Asi, con Altec, società partecipata da Asi e Thales Alenia Space. La prima ha sviluppato un sistema commerciale per il lancio di cubesat (nanosatelliti) dalla Stazione Spaziale Internazionale, la seconda mira al turismo spaziale ma anche al lancio di piccoli satelliti in orbita bassa. E uno degli spaziporti da dove opererà Virgin Galactic sarà in Italia, in Puglia.
Insomma due realtà private e commerciali che dialogano con l’Asi per trovare opportunità comuni che rispondano alle esigenze, ad esempio, delle piccole imprese italiane, che negli ultimi anni nel settore sono aumentate, per un accesso allo spazio più facile.
Non poteva mancare, in tema di Space Economy, il contributo che ad esso forniscono i tanti dati che vengono dallo spazio, a partire da quelli per l’osservazione della Terra. E a questo tema si è dedicato l’intervento di Massimo Comparini: “I sistemi di osservazione della Terra, ottici e radar, sono fondamentali per comprendere le dinamiche in atto nel nostro pianeta ed aiutarci a fare le scelte necessarie per uno sviluppo sostenubile. E questo non ha solo un valore ‘ambientale’ ma anche un valore imprenditoriale, basta pensare a settori come l’agricoltura”.
Insomma a Trento ha fatto capolino l’economia dello spazio. Un primo passaggio, timido ma con una buona risposta di pubblico e di interesse. C’è da credere che questa presenza abbia un futuro.