Airbus Space and Defence e Voyager Space hanno annunciato mercoledì una joint venture per lo sviluppo e la gestione di Starlab, una delle future alternative commerciali alla Stazione spaziale internazionale che dovrebbe andare in orbita entro la fine del decennio.
Nel sostituire la Iss, la Nasa prevede di acquistare servizi da privati anziché che gestire essa stessa nuovi programmi, come già accade per il trasporto di astronauti nell’orbita bassa. La Voyager si è aggiudicata tramite Nanoracks, una compagnia del gruppo, un contratto da 160 milioni di dollari dalla Nasa alla fine del 2021 per sviluppare Starlab.
La Nasa ha anche assegnato 130 milioni di dollari alla Blue Origin, compagnia fondata da Jeff Bezos e 125,6 milioni alla Northrop Grumman per sviluppare i progetti di stazione spaziale commerciale.
Anche la società statunitense Axiom Space sta sviluppando una stazione con il supporto della Nasa e della società franco-italiana Thales Alenia Space.
L’ingresso nel progetto Starlab di Airbus – compagnia statunitense con diversi stabilimenti in Europa, in particolare in Germania – consentirà a Voyager Space di offrire servizi all’Agenzia spaziale europea (Esa), ospitare i suoi astronauti e fornire ritorni industriali in Europa.
«Il gruppo europeo può attingere alla sua esperienza nello sviluppo di veicoli di trasferimento automatico (Atv) e dei moduli di servizio europei progettati per la missione lunare statunitense Artemis», ha dichiarato Michael Schoellhorn, presidente di Airbus Defence and Space, durante una teleconferenza con la stampa.
Starlab dovrebbe essere lanciato in orbita nel 2028. La sua struttura avrà un diametro di otto metri, quasi il doppio di quello della Iss, anche se il suo volume sarà circa la metà poiché la Stazione spaziale internazionale è composta da diversi moduli, ha spiegato Dylan Taylor, Ceo di Voyager.
La stazione sarà dedicata alla ricerca e al lavoro in condizioni di microgravità importanti, in particolare, per l’industria farmaceutica, ma «non puntiamo al turismo spaziale», ha aggiunto Taylor.
Immagine in apertura: render della stazione spaziale Starlab. Crediti Voyager Space