Entità luminose e colorate che spiccano in un ritratto corale sul background scuro dello spazio profondo: così, allo sguardo del telescopio Vst (Vlt Survey Telescope) dell’Eso, si è presentata la numerosa ‘famiglia’ di galassie che affolla l’ammasso della Fornace, situato nell’omonima costellazione meridionale. L’immagine, che misura 2,3 gigapixel ed è una delle più grandi prodotte dall’Eso, è stata realizzata nell’ambito del Fornax Deep Survey, una mappatura specifica di questo cluster che, tra i vari oggetti celesti, ospita Ngc 1316, una galassia molto studiata per le sue vicende movimentate. Alla mappatura in questione è stato dedicato uno studio, coordinato dall’INAF – Osservatorio di Capodimonte e illustrato nell’articolo “The Fornax Deep Survey with VST. II. Fornax A: A Two-phase Assembly Caught in the Act”; la ricerca è stata pubblicata su The Astrophysical Journal.
Ngc 1316 ha una forma lenticolare ed è stata originata dalla fusione di alcune galassie più piccole, tanto che la sua struttura porta ancora i segni di questo passato dinamico. La galassia in questione, infatti, presenta increspature e distorsioni gravitazionali che l’hanno resa un oggetto celeste di grande interesse per la comunità scientifica. Inoltre, Ngc 1316 ospita, al suo centro, un buco nero supermassiccio, che è stato alimentato dai gas delle fusioni da cui è derivata la galassia ed è dotato di una massa pari a 150 milioni di volte quella del Sole. Questa entità ‘extra large’ emette getti di particelle ad alta energia, che a loro volta sono all’origine dei lobi di emissione osservati a lunghezze d’onda radio; tale caratteristica rende Ngc 1316 la quarta in ‘classifica’ tra le sorgenti radio più brillanti.
Ma il ‘curriculum’ della galassia non si esaurisce qui. Ngc 1316, infatti, ha anche ospitato almeno quattro supernove di tipo IA, la cui luminosità ben definita è stata di grande aiuto agli astronomi per misurare la distanza della galassia stessa (60 milioni di anni luce). L’ammasso della Fornace, infine, era stato già oggetto di osservazioni con il Vst per la mappatura sopra citata e non aveva mancato di riservare sorprese agli esperti: lo scorso anno, infatti, lo sguardo elettronico del telescopio aveva individuato un tenue ‘ponte’ di luce tra due galassie del cluster, Ngc 1399 e la piccola Ngc 1387.