Alcuni esopianeti surriscaldati dal campo magnetico stellare possono sviluppare oceani di magma e vulcanismo estremo. A spiegarlo è un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy, condotto dall’Istituto di ricerche spaziali dell’Accademia delle scienze austriaca e dal Dipartimenti di Astrofisica dell’Università di Vienna.
Il riscaldamento ad induzione, processo ampiamente utilizzato per sciogliere i materiali e all’interno delle abitazioni per cucinare, svolge un ruolo fondamentale anche negli esopianeti, soprattutto per quelli che orbitano attorno a stelle con forti campi magnetici. Queste stelle infatti ruotando molto velocemente, provocano un cambiamento nel campo magnetico dei pianeti e di conseguenza, il forte campo magnetico induce un surriscaldamento dei pianeti più interni, portando alla formazione di oceani di magma.
Il team internazionale ha studiato le stelle di piccola massa del sistema planetario Trappist-1 che ospita una grande famiglia di sette pianeti rocciosi, in tre dei quali potrebbe essere presente acqua allo stato liquido sulla loro superficie. I ricercatori hanno calcolato il campo magnetico dei pianeti di Trappist-1, che è risultato essere cento volte più intenso di quello solare, dimostrando che per alcuni pianeti il riscaldamento è abbastanza forte da generare un’enorme attività vulcanica o portare alla formazione di un oceano di magma sotto la superficie planetaria.Così come una forte attività vulcanica può avere una grande influenza sull’atmosfera del nostro pianeta, il riscaldamento ad induzione potrebbe influenzare fortemente l’abitabilità di un esopianeta. I risultati della ricerca saranno d’aiuto per i futuri studi sull’abitabilità ed evoluzione dei pianeti che circondano le stelle di piccola massa.