L’agenzia spaziale statunitense intende delegare la gestione delle operazioni giornaliere sulla Iss al settore privato entro il 2025. Ma manterrà il controllo generale sulla stazione
Giulia Bonelli8 giugno 2018
La fetta americana della Stazione spaziale internazionale potrebbe andare in mano ad aziende private nel giro di meno di dieci anni. Negli ultimi giorni questa notizia è circolata in diverse forme, e c’è chi ha parlato di ‘vendita’ della Iss da parte della Nasa. Ma è davvero così? Un articolo sulla rivista statunitense Space News chiarisce la faccenda. Tutto ha avuto inizio a partire da un’intervista rilasciata da Jim Bridenstine al Washington Post, in cui l’amministratore Nasa ha dichiarato di essere in contatto con alcune aziende – senza però farne i nomi – che potrebbero essere coinvolte nella gestione dell’Iss. Da qui l’ipotesi secondo cui il piano a lungo termine dell’agenzia spaziale americana potrebbe essere quello di affidare a terze parti il controllo della casa spaziale, e quindi di fatto rinunciare alla gestione economica delle operazioni. Vendere, appunto.
In realtà, afferma Space News, ciò che ha in mente la Nasa non è “un distacco così drammatico”. A dimostrarlo sarebbe proprio il fattore economico: l’agenzia statunitense continuerà a pagare per tutto ciò che avviene in orbita bassa, e quindi le attività di ricerca sulla Iss, la presenza di astronauti, ma anche il loro training a terra e gli accordi specifici con partner internazionali per quanto riguarda la gestione della stazione. La parte ‘in vendita’ si ridurrebbe quindi alle operazioni giornaliere sulla Iss, che l’industria privata potrebbe gestire in autonomia entro la metà della prossima decade.
Lo conferma Sam Scimemi, direttore dell’Iss per la Nasa, che ha detto a Space Newsche la privatizzazione comprenderebbe “la gestione dei moduli nello spazio, le operazioni in tempo reale, la pianificazione, la gestione degli aspetti ingegneristici”. Tutti aspetti che comunque sono di fondamentale importanza per la sicurezza degli astronauti; ma questa transizione, assicura Scimemi, avverrà nel corso di diversi anni. “Non abbiamo intenzione di fare un cambio improvviso verso il settore privato, ma ci lavoreremo da qui al 2025. Inoltre oggi la nostra industria ha molta più esperienza nel settore spaziale rispetto al passato.” Quindi la Iss non è in vendita, né lo sarà nei prossimi tempi. Questa operazione si inserisce piuttosto nel più generale contesto dell’alleanza pubblico-privato per quanto riguarda l’economia dello spazio.