Scrutare le profondità dei mari di idrocarburi di Titano a bordo di un sottomarino potrebbe diventare presto una realtà. Stiano parlando di un progetto targato Nasa e Washington State University che hanno intenzione di inviare un vero e proprio sottomarino sulla più grande luna di Saturno nei prossimi vent’anni. Titano è particolarmente interessante per i ricercatori poiché ha molte caratteristiche in comune con la Terra come oceani, nuvole, fiumi e precipitazioni ma – a differenza del nostro pianeta – il suo ciclo idrologico è basato sul metano.
Per verificare la fattibilità del progetto gli scienziati hanno ricostruito le condizioni dei mari di Titano in laboratorio: a differenza dell’acqua, quasi omogenea dei mari terrestri, le acque di Titano possono avere diverse concentrazioni di metano ed etanolo variando la densità del mare. Il team di ricercatori ha costruito una camera di prova con all’interno una miscela di idrocarburi a temperature molto basse e una fonte di calore che imitava quella prodotta da un ipotetico sottomarino.
Due delle maggiori sfide riguardano la presenza di bolle di azoto che potrebbero rendere difficili le manovre del sottomarino e la necessità utilizzare un sistema adeguato per la realizzazione delle immagini sottomarine. La soluzione – secondo Ian Richardson, principale autore dello studio – è un dispositivo ottico chiamato boroscopio, accompagnato da una videocamera in grado di resistere alle basse temperature e all’alta pressione e di filmare ciò che stava accadendo durante il test. L’idea di Richardson ha avuto successo e gli scienziati sono riusciti ad ottenere un video della pioggia di etano e metanolo, riuscendo nel frattempo ad analizzare anche le temperature di congelamento dei laghi di idrocarburi. Secondo quanto affermato nella ricerca, i laghi congelano a temperature inferiori a quelle previste a causa della presenza di una piccola quantità di azoto liquido.