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Il transito nel Sistema Solare della cometa interstellare 3I/Atlas ha polarizzato l’interesse della comunità astronomica, che sta sfruttando l’occasione per osservarla e studiarla, con la tecnologia a disposizione, prima che ci abbandoni per proseguire il suo viaggio nella galassia.
Tre potenti osservatori spaziali hanno già puntato i loro strumenti verso la cometa: Hubble, SphereX e il James Webb. Quest’ultimo ha utilizzato lo strumento NirSpec, sensibile alle frequenze dell’infrarosso vicino (0,6-5,3 micrometri) svelando delle caratteristiche inedite rispetto a ciò che sapevamo sulle comete.
I risultati sono stati esposti in un report, al momento in prestampa, redatto dallo stesso team di scienziati che ha proposto e seguito le scansioni del James Webb.

Come i predecessori  1I/’Oumuamua, scoperto nel 2017, e 2I/Borisov, individuato nel 2019, anche 3I/Atlas proviene da un’altra stella della Via Lattea. Il suo nome si deve al sistema di telescopi di sorveglianza  Atlas (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), che l’ha scoperta per  caso durante la sua normale attività di ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi.
Le comete sono oggetti antichissimi e custodiscono informazioni preziose sulle origini del sistema planetario a cui appartengono, essendosi formate direttamente dalla nube protoplanetaria. I3/Atlas dovrebbe avere un’età di 7 miliardi di anni, è la cometa più vecchia mai scoperta. La sua traiettoria fortemente inclinata suggerisce una provenienza dal ‘disco spessodella Via Lattea, una regione molto più antica rispetto al ‘disco sottile’ in cui è nato il Sole.

Come ogni cometa, anche 3I/ATLAS sta sublimando man mano che si avvicina al Sole. Il calore della nostra stella sta gassificando i materiali congelati, dando vita a una chioma che gli astronomi hanno osservato con il telescopio James Webb per identificare tracce di anidride carbonica (Co₂), acqua (H₂O), monossido di carbonio (Co) e solfuro di carbonile (Cos). Gli scienziati hanno analizzato i risultati notando con sorpresa il più alto rapporto Co₂/H₂O mai osservato in una cometa, un tratto distintivo che fa pensare a un nucleo ricco di anidride carbonica. Questo probabilmente si deve a una forte esposizione alle radiazioni, superiore a quella delle comete nostrane; oppure è indice di una formazione nella zona del disco protoplanetario della stella madre in cui la temperatura è abbastanza bassa da permettere alla Co₂ di passare dallo stato gassoso a quello solido.
Un’altra peculiarità riscontrata nelle scansioni della chioma fatte dal Webb è la scarsa abbondanza di vapore acqueo. La cometa libera poca acqua per ragioni che non sono state ancora accertate. Si sospetta la presenza di qualcosa all’interno del nucleo che impedisce al calore di penetrare negli strati più profondi, ostacolando la sublimazione dell’acqua rispetto a quella di Coâ‚‚ e Co.

Il tempo a disposizione per scoprire altre caratteristiche di 3I/Atlas non è molto e questo impone agli studiosi di effettuare più osservazioni e analisi possibili nel breve periodo utile. La cometa interstellare ha una traiettoria iperbolica e una velocità di 68 chilometri al secondo, raggiungerà il perielio a fine ottobre di quest’anno, tra le orbite di Terra e Marte, per poi allontanarsi fino a lasciare per sempre il Sistema Solare entro la metà del 2026.

Immagine: la cometa 3I/Atlas come appare nelle osservazioni all’infrarosso del telescopio James Webb
Crediti: Nasa/James Webb Space Telescope