La mappa di Plutone si arricchisce di nuovi nomi: l’Unione Astronomica Internazionale (Iau), l’organismo che si occupa anche di ‘battezzare’ i corpi celesti e le strutture che spiccano sui loro ‘volti’ (come, ad esempio, rilievi, canyon e crateri), ha infatti approvato ufficialmente la toponomastica degli elementi scoperti sulla superficie del ‘re’ della Fascia di Kuiper. Si tratta di regioni, crateri, pianure, rilievi e depressioni individuati dopo lo storico fly-by della sonda New Horizons della Nasa. I nomi, scelti dal Gruppo di lavoro per la nomenclatura dei sistemi planetari (Wgpsn) nell’ambito di specifiche aree tematiche approvate dalla Iau nello scorso febbraio, riguardano essenzialmente due filoni: da una parte, mitologia, folklore e letteratura connessi al mondo dell’oltretomba, dall’altra la celebrazione delle attività esplorative condotte dall’uomo, con particolare riferimento alla scoperta di Plutone. I 14 nomi scelti costituiscono il primo set di termini ufficiali per designare le strutture geologiche del pianeta nano.
In cima alla lista non poteva mancare l’astronomo americano Clyde Tombaugh, che scoprì Plutone nel 1930. Il suo nome è stato dato ad un’intera area, la Tombaugh Regio. E’ stata ricordata anche Venetia Burney, la bambina che nel 1930 suggerì l’appellativo per il nuovo corpo celeste: un cratere – Burney Crater – porta il suo cognome. Ad una vasta pianura è stato dato il nome di Sputnik Planitia per celebrare lo Sputnik 1, il primo satellite spaziale. Due catene montuose ricordano, invece, due pionieri dell’alpinismo: sono Tenzing Montes e Hillary Montes, così chiamati da Tenzing Norgay e Sir Edmund Hillary, i primi a raggiungere la vetta dell’Everest. Dal geografo arabo Al-Idrisi, invece, proviene il nome per un altro gruppo di cime, Al-Idrisi Montes. Le depressioni presentano una nomenclatura che si riferisce agli inferi. Le Djanggawul Fossae, infatti, traggono il nome da creature che nella mitologia degli aborigeni australiani sono associate ai defunti, mentre le Sleipnir Fossae ci portano nel mondo della mitologia nordica: deve, infatti, il suo appellativo al cavallo ad otto zampe con cui il dio Odino si spostava attraverso i nove regni della cosmologia norrena incluso Hel, quello degli inferi.
Le Virgil Fossae celebrano il poeta latino Virgilio e il suo ruolo di guida di Dante nell’Inferno e nel Purgatorio. Sempre rimanendo in questa area tematica, incontriamo Adlivun Cavus, una profonda depressione che porta in nome dell’oltretomba nella mitologia Inuit. Hayabusa Terra è un’ampia landa che ricorda l’omonima missione spaziale giapponese, mentre Voyager Terra celebra la nota coppia di sonde Nasa che hanno festeggiato da poco i 40 anni dal lancio. Tartarus Dorsa, infine, è una dorsale battezzata con il nome dell’abisso infernale nella mitologia greca, mentre Elliot Crater ricorda James Elliot, un ricercatore del Mit, pioniere nell’uso delle tecniche di occultazione stellare. Declassato a pianeta nano dalla Iau nel 2006, Plutone, come se volesse prendersi una rivincita, è più che mai sulla cresta dell’onda e continua ad esercitare il suo fascino su comunità scientifica e grande pubblico. E alla luce dei successi della missione New Horizons, c’è anche chi, nel mondo del web, sta chiedendo di restituire a Plutone lo status di nono pianeta del Sistema Solare.