👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀
Scoperto alla fine dello scorso anno dal telescopio Atlas in Cile, l’asteroide 2024 Yr4 fece notizia per l’eventualità – bassissima – di collisione con la Terra. I sistemi automatici di allerta asteroidi avevano aumentato fino al 3 percento la probabilità di impatto dell’oggetto con il nostro pianeta durante il futuro passaggio ravvicinato del 22 dicembre 2032 . Dopo tre mesi e ulteriori misurazioni anche con il telescopio spaziale Webb, le osservazioni dell’orbita dell’asteroide attorno al Sole hanno invece permesso di escludere la collisione.
Tuttavia, man mano che l’asteroide scompariva dalla vista, i calcoli vedevano crescere, seppur lentamente, la possibilità che il 22 dicembre 2032 possa al contrario colpire la Luna. La probabilità è ora di circa il 4 percento. L’asteroide, che ha un diametro compreso tra 53 e 67 metri, tornerà visibile a giugno del 2028. Solo allora saremo in grado di effettuare nuove misurazioni.
Intanto, l’Esa si sta preparando per il lancio del satellite Neomir (Near-Earth Object Mission in the InfraRed), previsto per l’inizio del prossimo decennio; sarà dotato di un telescopio e posizionato nel punto L1 di Lagrange, tra il Sole e la Terra, sito ideale per osservare la stella ed evitare eclissi. Affidandosi alla luce infrarossa, anziché alla luce visibile, Neomir sarà in grado di individuare asteroidi in una regione del cielo molto più vicina al Sole e quindi estremamente illuminata.
La posizione e gli strumenti di Neomir permetteranno di osservare quella regione del cielo nascosta alla vista dei telescopi ottici terrestri poiché bloccata dalla luce intensa del Sole. 2024 YR4, infatti, fu scoperto due giorni dopo aver superato il punto più vicino alla Terra perché si era avvicinato dal lato illuminato del pianeta, nel cosiddetto ‘punto cieco’.
«Abbiamo studiato come si sarebbe comportato Neomir in questa situazione e le simulazioni hanno sorpreso persino noi – ha detto Richard Moissl, responsabile dell’Ufficio di Difesa Planetaria dell’Esa – Neomir avrebbe rilevato l’asteroide 2024 YR4 circa un mese prima rispetto ai telescopi terrestri. Questo avrebbe dato agli astronomi più tempo per studiare la traiettoria dell’asteroide e avrebbe permesso loro di escludere molto prima qualsiasi possibilità di impatto con la Terra nel 2032». Gli strumenti a infrarosso del telescopio avrebbero anche fornito, in tempi brevi, una stima più accurata delle dimensioni dell’asteroide, fondamentale per valutare la portata del rischio.
Nei prossimi anni, mentre l’umanità cercherà di stabilire una presenza prolungata sulla Luna, diventerà sempre più importante monitorare lo spazio alla ricerca di oggetti che potrebbero colpire il nostro satellite naturale.
«Un impatto lunare rimane improbabile – ha precisato Moissl – e nessuno sa esattamente quali sarebbero gli effetti. Certamente lascerebbe un nuovo cratere sulla superficie, ma non siamo in grado di prevedere con precisione e in anticipo quanto materiale verrebbe scagliato nello spazio, né se raggiungerebbe la Terra».
Oltre al completamento di Neomir, tra le attività di Difesa Planetaria dell’Esa abbiamo il Centro di Coordinamento degli Oggetti Vicini alla Terra (Neocc), i telescopi Flyeye per il rilevamento degli asteroidi, la missione Hera, che grazie a Dart studia una tecnica di difesa planetaria, e la missione Ramses che nel 2029 esplorerà l’asteroide Apophis durante il suo passaggio sicuro vicino alla Terra.
Immagine di copertina: illustrazione di un asteroide – Crediti: Esa
Video: orbita di 2024 Yr4 dalla scoperta al potenziale impatto con la Luna