I batteri potrebbero sopravvivere al clima estremo di Marte. E’ il risultato di una ricerca condotta dalla Wichita State University che ha letteralmente messo in salamoia alcuni tipi di batteri per poi essiccarli e infine sottoporli a un processo di umidificazione. I batteri in questione sono sopravvissuti, dimostrando che potrebbero avere la stessa sorte anche sull’arido terreno marziano ricco di sali. Sulla superficie estremamente secca di Marte è possibile trovare abbondanti quantità di sali solfati di calcio, ferro e magnesio che insieme potrebbero formare una sorta di salamoia, che consentirebbe la sopravvivenza dei batteri. Al contrario del giorno, caratterizzato da un clima secco, la notte marziana gode di percentuali di umidità che possono raggiungere l’80 o addirittura il 100 percento. «A volte i sali superficiali possono essere in grado di attrarre acqua sufficiente a formare salamoie in grado di supportare la crescita microbica – ha affermato Mark Schneegurt, autore dello studio
I ricercatori hanno utilizzato due specie di batteri l’Halomonas e il Marinococcus ottenuti rispettivamente da due laghi situati nello stato di Washington e in Oklahoma e li hanno depositati in terreni contenenti il 50 percento di solfato di magnesio e il 50 percento di acqua. Successivamente i ricercatori hanno preso alcuni campioni della coltura batterica e li hanno fatti essiccare in un contenitore dotato di sostanze chimiche assorbenti. Le colture essiccate, sono state poi trasferite in un altro contenitore pieno di soluzione salina che ha reso di nuovo umida la coltura e ha consentito ai batteri di tornare a vivere. La morte cellulare – si legge nello studio- è stata presente in ogni ciclo con una percentuale inferiore al 50 percento. Non solo, gli scienziati affermano che le cellule sopravvissute sono tornate a crescere, raggiungendo densità piuttosto elevate.
L’acqua liquida in conclusione, è l’elemento chiave per la vita e quella presente su Marte è probabilmente satura di sali. Comprendere il processo vitale dei batteri, è utile anche per evitare rischi di contaminazione del pianeta rosso o di altri corpi celesti che ospitano organismi di questo tipo. Studi di questo tipo inoltre, sono utili anche per individuare le zone abitabili dei pianeti e per ampliare la ricerca della vita sui mondi ghiacciati.