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È entrata in scena nel 2014, ha un periodo orbitale di milioni di anni e ha un diametro di 140 chilometri: ecco i tratti distintivi di C/2014 Un271, cometa colossale della Nube di Oort, protagonista di uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. La ricerca, basata sulle osservazioni del radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dell’Eso, è stata coordinata dal Dipartimento di Fisica dell’American University di Washington e ha visto la partecipazione del Goddard Space Flight Center della Nasa.

C/2014 Un271 è stata appunto scoperta il 20 ottobre 2014 dagli astronomi Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein nell’archivio delle immagini acquisite dalla Dark Energy Survey; si tratta di una mappatura avviata nel 2013 e mirata a indagare la natura dell’elusiva energia oscura. La cometa è la più grande mai osservata nella Nube di Oort, una remota regione dello spazio popolata da questi oggetti celesti e che è ritenuta un residuo della nebulosa da cui ebbe origine il Sole. C/2014 Un271, che è 10 volte più grande rispetto alle sue ‘colleghe’ più conosciute, è stata osservata da Alma mentre si trovava a più della metà del suo percorso verso Nettuno, a una distanza pari a 16,6 volte rispetto a quella che intercorre tra Terra e Sole.

Fino a questo momento non si conoscevano molti dettagli sul comportamento di questi oggetti celesti freddi e remoti; i dati raccolti da Alma hanno rivelato l’emissione, dal nucleo di C/2014 Un271, di complessi getti gassosi di monossido di carbonio. Questo fenomeno, definito degassamento (outgassing), solleva nuovi interrogativi su come si evolverà la cometa nel corso del suo viaggio verso il Sistema Solare interno.

Il radiotelescopio dell’Eso, grazie alla sensibilità dei suoi strumenti, è riuscito a cogliere i deboli segnali C/2014 Un271 connessi al calore e al gas: in questo modo ha permesso al gruppo di lavoro di integrare i dati raccolti in precedenti campagne e di tracciare un identikit più dettagliato sia sulle dimensioni della cometa, sia sulle polveri che circondano il suo nucleo. La scoperta non solo costituisce la prima individuazione di degassamento molecolare in corso su C/2014 Un271, ma offre anche una rara panoramica sui meccanismi che la governano. Il fenomeno, secondo gli autori del saggio, tenderà ad aumentare man mano che la cometa si avvicinerà al Sole; in questa fase sarà possibile analizzare nuovi dettagli sulla sua composizione primitiva e sul passato del Sistema Solare.

Osservazioni di questo genere – concludono gli studiosi – sono di grande rilievo per aiutare a chiarire questioni oggetto di lunghi dibattiti, come la provenienza dell’acqua sulla Terra e la formazione di ambienti favorevoli allo sviluppo della vita.

In alto: elaborazione artistica della cometa C/2014 Un271 (Crediti: Nsf/Aui/Nsf Nrao/M.Weiss)