Un nuovo studio, pubblicato su Science Advances e condotto da un team di scienziati dell’Università dell’Oklahoma, ha scoperto che le comete che costeggiano i confini del Sistema Solare e che rimangono oltre l’orbita di Saturno, tendono a indebolirsi; esattamente come accade alle comete che entrano nel nostro sistema planetario e raggiungono le aree più in prossimità del Sole.
Le comete, è noto, sono corpi celesti rocciosi costituiti per lo più da ghiaccio che, giungendo in prossimità del Sole, si degradano a causa del calore; infatti, quando una cometa si avvicina alla nostra stella (ad una distanza che va dalle 2 alle 3 unità astronomiche), il ghiaccio muta in gas e il suo nucleo tende a consumarsi. Ragione per cui, questi oggetti celesti appaiono più flebili ad ogni loro nuova ‘incursione’ nel Sistema Solare.
Tuttavia, dal recente studio già menzionato, è emerso che le comete ‘sfumano’ anche quando permangono nelle regioni più esterne del Sistema Solare. Perché? Nathan Kaib, astronomo dell’Università dell’Oklahoma, sostiene che l’influsso gravitazionale, esercitato da pianeti di grandi dimensioni – come Giove e Saturno, incide sulle traiettorie di tali oggetti, alterandole. Alterazione che, di fatto, determina un radicale indebolimento delle comete che restano intrappolate in orbite molto più piccole.
In verità, attualmente è impossibile appurare cosa accade a quelle comete che, subendo gli influssi di Giove e Saturno, sono destinate a permanere nei confini del Sistema Solare; infatti, questo studio si basa per lo più su simulazioni eseguite sulle comete conosciute e più lontane. Pertanto, per sapere cosa accade realmente a questi misteriosi corpi celesti, servirebbero telescopi di nuova generazione molto più potenti e capaci di osservare nitidamente le regioni più remote del nostro sistema planetario.
Crediti immagine: Nasa