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A quale distanza dovrebbe trovarsi un esopianeta per sopravvivere alle radiazioni della sua stella e sostenere la vita così come la conosciamo?
Alcuni scienziati del Centro di Astrofisica Harvard & Smithsonian (CfA) hanno studiato il caso della stella Wolf 359 e presentato i risultati al 245° incontro dell’American Astronomical Society (Aas) che si è svolto a National Harbor, nel Maryland dal 12 al 16 gennaio.
«Wolf 359 può aiutarci a svelare i segreti che circondano le stelle e l’abitabilità – ha affermato Scott Wolk del CfA che ha guidato lo studio – È così vicina e appartiene a una classe di stelle così importante: è una combinazione fantastica».
Wolf 359 è una nana rossa, tra le più comuni che troviamo nel cosmo, e anche relativamente vicina, si trova a 7,78 anni luce da noi nella Costellazione del Leone. Il limite esterno della zona abitabile per una nana rossa è pari a circa il 15 percento della distanza tra la Terra e il Sole, poiché queste stelle sono molto meno luminose del Sole.
Utilizzando i dati dell’osservatorio a raggi X Chandra di Nasa e dell’Xmm-Newton di Esa, gli scienziati hanno studiato gli effetti delle radiazioni nella regione attorno alla stella in cui potrebbe esistere acqua liquida sulla superficie di un pianeta.
I risultati suggeriscono che Wolf 359 produce radiazioni dannose sufficienti a far sì che solo un pianeta con gas serra come l’anidride carbonica nella sua atmosfera, e situato a una distanza relativamente grande dalla stella, potrebbe sostenere la vita.
«Essere sufficientemente lontani dalle radiazioni nocive della stella non sarebbe sufficiente a renderla abitabile» ha detto Vinay Kashyap del CfA e coautore dello studio. Per esempio, un pianeta come la Terra, al centro della zona abitabile, dovrebbe essere in grado di sostenere un’atmosfera per quasi due miliardi di anni, mentre uno vicino al bordo esterno potrebbe durare per sempre, se in possesso dei gas serra.
Gli astronomi hanno anche osservato che in 3 giorni e mezzo, Wolf 359 ha emesso 18 espulsioni di raggi X. Considerando che in tempi di osservazione più lunghi potrebbero verificarsi brillamenti anche più potenti, con l’emissione quotidiana e costante della stella, difficilmente un pianeta situato nella zona abitabile potrà avere un’atmosfera significativa abbastanza a lungo da consentire la vita multicellulare, così come la conosciamo sulla Terra.
Esistono due pianeti candidati che orbitano attorno alla nana rossa, ma non ancora confermati. Tuttavia nessuno dei due si trova nella zona abitabile: uno è troppo vicino alla stella e l’altro troppo lontano. «Sebbene non abbiamo ancora la prova dell’esistenza di pianeti attorno a Wolf 359, sembra molto probabile che ospiti più pianeti – ha detto Wolk – Questo lo rende un banco di prova eccellente per osservare cosa sperimenterebbero i pianeti attorno a questo tipo di stelle».
Immagine in evidenza: illustrazione della stella Wolf 359 – Crediti: Nasa, Weiss, Wolk