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L’osservazione a lungo termine della stella Wasp-132 sta rovesciando lo schema per cui i gioviani caldi sarebbero gli unici pianeti a orbitare intorno alla propria stella.
In un nuovo studio condotto dall’Università di Ginevra e pubblicato su Astronomy & Astrophysics, gli scienziati hanno messo in risalto le recenti scoperte circa un vero e proprio sistema planetario attorno a Wasp-132 che, infatti, oltre a un gioviano caldo, possiede anche un pianeta roccioso e uno ghiacciato.
I gioviani caldi sono conosciuti come pianeti che hanno una massa simile o superiore a quella di Giove e con un’orbita estremamente vicina alla stella (anche con una distanza minore di quella che separa mercurio dal Sole); non sono potuti nascere nella posizione in cui sono stati osservati poiché vicino alla stella non c’è sufficiente gas o polvere. Per cui la comunità scientifica concordava sul fatto che il gioviano, migrando verso la stella, potesse espellere o inglobare altri eventuali pianeti incontrati lungo il percorso.
Wasp-132 è una stella che si trova nella Costellazione del Lupo a circa 403 anni luce dalla Terra.
La sua osservazione inizia nel 2006 nell’ambito del programma Wide-Angle Search for Planets (Wasp) per la ricerca di pianeti extrasolari con il contributo dei telescopi di Las Palma alle Canarie e di Città del Capo in Sud Africa. Tra il 2012 e il 2016, grazie allo spettrografo Coralie dell’Osservatorio La Silla in Cile, viene avvistato e confermato il gioviano caldo, Wasp-132b, che orbita in 7 giorni e 3 ore intorno alla sua stella. Nel 2021 il telescopio spaziale Tess scopre una Super-Terra, Wasp-132c, un pianeta roccioso con una massa 6 volte la Terra e un’orbita di 24 ore e 17 minuti. Infine, ci sarebbe anche un distante pianeta gigante (forse una nana bruna), Wasp-132d, con un’orbita di 5 anni.
«La scoperta di un Giove caldo accanto a una Super-Terra e a un pianeta gigante mette in discussione la nostra comprensione sulla formazione ed evoluzione di questi sistemi» ha detto François Bouchy dell’Università degli Studi di Ginevra (UniGe) e coautore dello studio.
«È la prima volta che osserviamo una configurazione del genere!» ha aggiunto Solène Ulmer-Moll, ricercatrice presso l’UniGe e l’Università di Berna (UniBe).
Il sistema Wasp-132 è dunque un laboratorio straordinario per studiare la formazione e l’evoluzione dei sistemi multi-planetari per cui sono «necessarie osservazioni a lunghissimo termine e ad alta precisione» ha sottolineato Ravit Helled, dell’Università di Zurigo (Uzh), altro coautore dello studio.
Immagine in evidenza: sistema Wasp-132 – Crediti: Thibaut Roger (UniGe)