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Si trova a oltre 2600 metri di altitudine sul Cerro Paranal nel deserto di Atacama in Cile e in quasi 26 anni di attività ha raggiunto traguardi di primaria importanza nella ricerca astronomica: si tratta dell’Osservatorio del Paranal, realizzato e gestito dall’Eso (European Southern Observatory) e situato in una zona pressoché incontaminata per quanto riguarda l’inquinamento luminoso.

I cieli bui e limpidi di quest’area potrebbero essere messi in pericolo da un ampio complesso industriale, il cui progetto è stato presentato a fine 2024 e ora è sottoposto a una valutazione dell’impatto ambientale. Gli impianti, dedicati alla produzione di energia elettrica, dovrebbero occupare una superficie di oltre 3mila ettari, a una distanza di massimo 11 chilometri dall’osservatorio, e comprendere addirittura delle strutture portuali.

La notizia ha suscitato le preoccupazioni della comunità scientifica, dato che il deserto di Atacama è considerato un vero e proprio laboratorio naturale per la ricerca astronomica: a renderlo unico sono appunto l’assenza di inquinamento luminoso e la sua stabilità atmosferica. Si tratta di caratteristiche fondamentali per la realizzazione di vari progetti scientifici, tra cui quelli che indagano le origini e l’evoluzione dell’Universo. La qualità dei cieli dell’Osservatorio del Paranal è stata riconosciuta anche in uno studio di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society sull’inquinamento luminoso, pubblicato nel 2022 e il cui primo autore è Fabio Falchi (Università di Santiago di Compostela e Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso).

Tra i brillanti risultati raggiunti dall’osservatorio si ricordano la realizzazione della prima immagine di un esopianeta, la conferma dell’accelerazione nell’espansione dell’Universo e il ruolo rivestito nelle attività di ricerca sul buco nero super-massiccio della Via Lattea, al centro del Nobel per la Fisica assegnato nel 2020.

Gli scienziati non sono preoccupati solo per l’inquinamento luminoso derivante dal complesso industriale, ma anche per le polveri che sarebbero emesse nell’atmosfera durante i lavori di costruzione: queste particelle potrebbero accrescere le turbolenze atmosferiche, disturbando le attività di osservazione.

La comunità scientifica auspica che si giunga a una revisione del progetto, individuando una sede diversa e lontana dalle strutture dell’Eso. Gli studiosi ritengono che sia l’unica soluzione efficace per salvaguardare il futuro della ricerca astronomica e uno degli ultimi cieli veramente bui e puliti sulla Terra.

In alto: veduta notturna dell’Osservatorio del Paranal (Crediti: Eso, Petr Horàlek)