Al fine di massimizzare le possibilitĂ di portare con successo sulla Terra i primi campioni di rocce e sedimenti da Marte, la Nasa ha annunciato alcune novitĂ relative al suo Mars Sample Return Program (Msr). L’agenzia passerĂ il prossimo anno e mezzo a studiare due diversi approcci. Il primo utilizzerĂ le tecnologie delle precedenti missioni marziane, mentre l’altro sperimenterĂ nuovi veicoli e iniziative commerciali.
«Perseguire due potenziali strade garantirĂ alla Nasa la possibilitĂ di riportare questi campioni da Marte con un significativo risparmio sui costi e sui tempi rispetto al passato. –  ha dichiarato l’amministratore della Nasa, Bill Nelson – Questi campioni cambieranno i paradigmi di studio del pianeta Marte, del nostro universo e, in ultima analisi, di noi stessi». Nelson ha voluto ringraziare tutto il team Nasa e il gruppo di revisione strategica, guidato da Maria Zuber, geofisica e docente al Mit, per l’eccellente lavoro.
«I rover, come Perseverance, stanno affrontando il duro ambiente di Marte per raccogliere campioni scientifici che saranno rivoluzionari – ha dichiarato Nicky Fox, amministratrice associata del Science Mission Directorate di Nasa – Vogliamo riportare indietro i campioni il piĂą rapidamente possibile per studiarli con metodi all’avanguardia». Il Mars Sample Return Programme (Msr) consentirĂ agli scienziati di comprendere la storia geologica di Marte e l’evoluzione del suo clima, dove in passato potrebbe essere esistita la vita e di far luce sul sistema solare primordiale prima che la vita iniziasse sulla Terra.
La differenza principale tra le due opzioni tecnologiche risiede nel modo in cui far atterrare sulla superficie di Marte il lander di recupero dei campioni riprogettato, che preleverebbe i campioni da Perseverance e li lancerebbe in orbita con un razzo chiamato Mars Ascent Vehicle (Mav). I campioni verrebbero poi raccolti da un veicolo spaziale europeo, l’Earth Return Orbiter, e riportati sulla Terra.
La prima opzione, che secondo le stime costerebbe tra i 6,6 e i 7,7 miliardi di dollari, utilizzerebbe la tecnologia “sky crane” precedentemente sviluppata dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) per l’atterraggio dei rover Perseverance e Curiosity. La seconda opzione, con costi previsti tra i 5,8 e i 7,1 miliardi di dollari, utilizzerebbe un “lander pesante” fornito da eventuali partner commerciali.
La prima opzione sembra simile a quella che il Jpl ha proposto alla Nasa lo scorso anno, quando l’agenzia ha sollecitato studi interni ed esterni su un approccio alternativo al Mars Sample Return Program (Msr). Secondo il Jpl sarebbe possibile utilizzare la tecnologia della gru del cielo per far atterrare un lander ridimensionato per il recupero dei campioni con un veicolo Mav piĂą piccolo, con costi piĂą ridotti rispetto alle previsioni Nasa di 11 miliardi di dollari per l’intero programma.
Entrambi i sistemi fornirebbero una piattaforma di atterraggio per il recupero dei campioni riprogettata, la quale utilizzerebbe un generatore termoelettrico a radioisotopi (Rtg) per l’alimentazione, al posto dei pannelli solari. Una scelta volta a semplificare le operazioni del lander e a gestire meglio le tempeste di polvere che comprometterebbero l’uso dei pannelli.
La piattaforma di atterraggio dovrebbe includere anche un sistema di caricamento dei campioni riprogettato per trasferire le provette di campioni da Perseverance al lander.
Il contenitore orbitante conterrĂ 30 tubi con dentro i campioni che il sistema collocherĂ nel contenitore orbitante, semplificando l’implementazione della protezione planetaria a ritroso ed eliminando l’accumulo di polvere all’esterno del contenitore.
Secondo le previsioni degli amministratori Nasa entro la metĂ del 2026 i due nuovi sistemi saranno pronti e getteranno le basi per future missioni umane sul Pianeta Rosso.
In alto un fotomontaggio mostra tubi contenenti campioni di Marte, raccolti dal rover Perseverance.Â
(Credito: Nasa, Jpl, Caltech, Msss)