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Due mondi ghiacciati in rotta di collisione che, invece di disintegrarsi, si toccano dolcemente e poi si separano, rimanendo comunque legati: così, secondo un nuovo studio di Nature Geoscience, si sarebbero formati Plutone e la più grande delle sue lune, Caronte.

La ricerca, coordinata dall’Università dell’Arizona, apre nuovi scenari sulla nascita di questi corpi celesti, proponendo una teoria che mette in discussione indagini precedenti. Gli autori del saggio, infatti, ritengono che il meccanismo alla base della nascita di Plutone e Caronte sia di tipo ‘bacio e cattura’ (kiss and capture).

Per decenni si è ritenuto che Caronte si fosse formato in maniera analoga a quella della nostra Luna, ma secondo la nuova ipotesi questo modello non avrebbe tenuto conto dell’integrità strutturale delle rocce e del ghiaccio che sono alla base di questi remoti corpi celesti. Tramite simulazioni informatiche avanzate, il gruppo di lavoro ha riscontrato che, durante il loro incontro, Plutone e la versione embrionale di Caronte si sarebbero uniti temporaneamente in un corpo unico dalla forma simile a un pupazzo di neve; in un secondo momento, si sarebbero separati, rimanendo legati dalla forza di gravità e dando luogo al sistema binario osservabile oggi.

Lo studio suggerisce che ambedue Plutone e Caronte sarebbero rimasti largamente intatti durante il loro incontro, al punto che la loro composizione originaria si sarebbe preservata in buona parte. Inoltre, gli autori ritengono che il processo di collisione, compresa la frizione al momento del distacco, avrebbe prodotto un notevole calore all’interno dei due corpi: questa fase avrebbe innescato un meccanismo che avrebbe permesso a Plutone di sviluppare un oceano sub-superficiale senza contemplare lo scenario più radioattivo dell’antico Sistema Solare.

Il gruppo di lavoro intende proseguire la ricerca per approfondire ulteriori dettagli delle fasi evolutive più antiche di Plutone e Caronte, con la prospettiva di poter applicare il modello ad altri sistemi binari.

In alto: Plutone e Caronte visti dalla sonda New Horizons della Nasa (Crediti: Nasa/Jhuapl/Swri)

In basso: immagine che illustra l’ipotesi proposta nello studio di Nature Geoscience (Crediti: Robert Melikyan and Adeene Denton)

L'incontro tra Plutone e Caronte