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Nell’epoca del tardo Eocene, 35,65 milioni di anni fa, due enormi rocce colpirono il nostro pianeta senza tuttavia modificarne il clima in modo permanente.

E’ quanto emerge da uno studio della University College di Londra (Ucl), pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, che ha voluto indagare se questi impatti possano aver determinato un cambiamento climatico a lungo termine, non trovando tuttavia prove nei successivi 150mila anni.

Ancora oggi possiamo osservare i segni degli enormi meteoriti che, a distanza di 25mila anni, colpirono il nostro pianeta. Nel Circolo Polare Artico, nella Russia Siberiana, l’impatto ha creato una cavità con un diametro di 100 chilometri, il cratere Popigai, oggi un patrimonio riconosciuto dall’Unesco come Parco Geologico. L’altro meteorite ha colpito la baia di Chesapeake, lungo la costa orientale degli stati Uniti, creando un cratere tra i 40 e gli 85 chilometri.

«Dato che l’impatto di Chicxulub ha verosimilmente portato a un importante evento di estinzione – uccidendo i dinosauri – eravamo curiosi di osservare se ciò che sembrava una serie di impatti di asteroidi di notevoli dimensioni durante l’Eocene, avesse anche causato cambiamenti climatici di lunga durata – ha spiegato Natalie Cheng coautrice del nuovo studio – Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che non c’erano risposte climatiche significative a questi impatti».

I ricercatori hanno analizzato oltre 1500 fossili di minuscoli organismi con guscio che vivevano nei mari dell’epoca, i foraminiferi. La composizione dei fossili riflette quanto fossero calde le acque quando questi organismi erano vivi.

«E’ stato straordinario non rilevare alcun cambiamento climatico in seguito a questi due impatti – ha detto Bridget Wade, coautrice della ricerca – Tuttavia su una scala temporale umana, questi asteroidi avranno creato un’enorme onda d’urto, uno tsunami, incendi diffusi e grandi quantità di polvere che avrà bloccato la luce solare. Una catastrofe. I modelli sull’impatto di Chicxulub suggerivano un cambiamento del clima su una scala temporale molto più piccola, inferiore a 25 anni».

goccioline di vetro in silice trovati nelle rocce

goccioline di vetro in silice trovati nelle rocce

Esaminando gli isotopi di carbonio e ossigeno nei foraminiferi, i ricercatori hanno comunque rilevato dei cambiamenti che risalgono a circa 100mila anni prima dei due impatti. I risultati suggeriscono un riscaldamento di circa 2 gradi centigradi nell’oceano di superficie e un raffreddamento di 1 grado nelle acque profonde. All’interno della roccia, invece, le prove dei due impatti principali si presentavano sotto forma di migliaia di minuscole goccioline di vetro o silice. Queste si formano dopo che le rocce contenenti silice vengono vaporizzate da un asteroide, finiscono nell’atmosfera e poi, mentre si raffreddano, si solidificano in goccioline.

«È stato affascinante leggere la storia del clima della Terra dalla chimica conservata nei microfossili» ha detto Cheng.

Si stima che il meteorite caduto in Siberia avesse una lunghezza compresa tra i cinque e gli otto chilometri, mentre quello finito nella baia di Chesapeake, tra i tre e i cinque.

Oltre a questi due impatti, ci sono prove che anche tre asteroidi più piccoli abbiamo colpito la Terra nello stesso periodo.

 

Immagine di copertina: Siti dei due impatti più potenti dell’Eocene – Crediti: Communications Earth & Environment