La sonda Chang’e-6, atterrata sul lato nascosto della Luna il 2 giugno scorso, ha rilevato nuovi dettagli sulla presenza di attivitĂ vulcanica.
Secondo uno studio pubblicato oggi su Nature, i campioni di basalto consegnati alla Terra dalla missione cinese Chang’e-6 rivelano eventi vulcanici sul lato nascosto della Luna avvenuti 2,8 miliardi e 4,2 miliardi di anni fa. La ricerca è stata condotta dal laboratorio del Prof. Li Qiuli presso l’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia cinese delle Scienze.
«Svelare la storia vulcanica della faccia invisibile della Luna è fondamentale per comprendere la dicotomia emisferica della Luna» ha affermato il Prof. Li.
L’asimmetria tra il lato visibile e quello nascosto della Luna, che comprende le differenze nella distribuzione del basalto, nella topografia, nello spessore della crosta e nella concentrazione di torio (Th), è stata a lungo un mistero. Tuttavia, la missione cinese Chang’e-6, la prima a raccogliere dei campioni sul lato nascosto della Luna, ha creato un’opportunità unica per esplorare l’attività vulcanica in questo emisfero, riportando a Terra circa 2 kg di suolo lunare.
Guidato dal Prof. Li, il ricercatore post-dottorato Zhang Qian ha condotto una datazione sistematica dei radioisotopi su 108 frammenti di basalto di questo campione. Di questi, 107 frammenti hanno rivelato un’età di formazione coerente trai 2,807 e i 3 milioni di anni fa, indicando l’età dell’eruzione dei basalti locali nel sito di atterraggio di Chang’e-6. In particolare, questo episodio vulcanico di 2,8 miliardi di anni fa non è stato osservato nei campioni provenienti dal lato visibile.
Si pensa che il frammento rimanente, composto da basalto ad alto contenuto di alluminio e risalente a circa 4,2 miliardi di anni fa, abbia avuto origine da una regione di criptomare a sud del sito di atterraggio. Si tratta del più antico campione di basalto lunare finora restituito, la cui età è stata determinata con precisione.
Questi dati indicano che l’attivitĂ vulcanica sul lato nascosto della Luna è perdurata per almeno 1,4 miliardi di anni.
L’analisi iniziale degli isotopi di piombo suggerisce che questi basalti derivano da fonti distinte del mantello. Il basalto di 4,2 miliardi di anni fa proviene da una fonte ricca di Kreep (K, Rare Earth Elements, e P), un particolare tipo di roccia presente sulla Luna, derivante da impatti lunari di minerali contenenti breccia e basalto, con abbondante potassio (K), elementi di terre rare (Ree) e fosforo (P).
Mentre il basalto da 2,8 miliardi di anni fa proviene da una fonte povera di Kreep.
La convergenza tra l’età del basalto di 2,8 miliardi di anni fa e le stime del conteggio dei crateri suggerisce che il modello di cronologia dei crateri, stabilito sulla base delle osservazioni sul lato visibile, è applicabile anche al lato nascosto della Luna. Secondo il Prof. Li, le età dei radioisotopi dei basalti Chang’e-6 forniscono un punto di calibrazione essenziale per perfezionare la cronologia del conteggio dei crateri lunari, migliorandone così la precisione.
Questa ricerca è stata condotta in collaborazione con gli Osservatori Astronomici Nazionali, con campioni forniti dalla China National Space Administration. Il finanziamento è stato fornito dalla National Natural Science Foundation of China, dal Programma di ricerca prioritario strategico (Categoria B) dell’Accademia cinese delle Scienze e dal Programma di ricerca chiave dell’Istituto di Geologia e Geofisica, Accademia cinese delle scienze.
Lo studio è stato pubblicato su Nature oggi, 15 novembre 2024.
Nell’immagine in alto la rappresentazione artistica della missione Chang’e-6 – Crediti: CNSA