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Sibili, stridori, rumori aspri e rombi: sono queste le tipologie di suoni utilizzate per rappresentare un significativo indebolimento del campo magnetico terrestre, definito ‘Evento Laschamp’ e verificatosi 41mila anni fa. Durante questo evento, avvenuto nel Pleistocene superiore mentre era in corso l’ultima era glaciale, il campo magnetico ebbe un’inversione e la sua forza si ridusse al 5% rispetto alla sua attuale capacità protettiva; i raggi cosmici, quindi, ebbero pressoché via libera verso la Terra.

Ora questo remoto avvenimento è stato oggetto di una sonificazione, con una serie di suoni che non avrebbero sfigurato ne ‘L’Arte dei Rumori’, il manifesto futurista del 1913 dedicato a nuovi approcci musicali. La sonificazione è una metodologia impiegata di frequente da molti team di ricercatori per presentare temi scientifici in maniera accattivante: in questo modo, il grande pubblico può accostarsi a dati, immagini e simulazioni utilizzando l’udito, un senso che di solito non viene coinvolto quando si tratta di affrontare questi tipi di contenuto.

La sonificazione dell’Evento Laschamp è stata realizzata dagli scienziati dell’Università Tecnica della Danimarca e del GFZ (Centro di ricerca tedesco per le geoscienze), impiegando varie fonti tra cui soprattutto i dati della missione Swarm dell’Esa; la missione, che consiste in tre satelliti, è stata lanciata nel 2013 con l’obiettivo di studiare il campo magnetico terrestre e la sua evoluzione.

Il gruppo di lavoro ha mappato i movimenti del campo magnetico durante l’inversione e ha creato un ‘paesaggio sonoro’, utilizzando registrazioni di suoni della natura come il crepitio del legno e il rombo delle rocce che cadono. I suoni sono stati assemblati in maniera tale da dare un tocco ‘alieno’ a qualcosa di familiare e accompagnano un video che mostra l’andamento delle linee del campo magnetico. La prima versione di questa sonificazione è stata realizzata nel 2022 e riprodotta in pubblico a Copenaghen.

In alto: i satelliti Swarm dell’Esa (Crediti: Esa)