I laghi della calotta glaciale in Groenlandia scaricano acqua anche in inverno, quando il calore del Sole è quasi assente. Lo ha scoperto un gruppo  di ricercatori dell’Università di Cambridge, utilizzando i dati di Sentinel-1, costellazione satellitare che fa parte del programma europeo Copernicus. Gli studiosi ritengono che questo fenomeno possa avere un ruolo significativo nell’accelerare il movimento del ghiaccio. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cryosphere.

I precedenti studi sul drenaggio dei laghi sono stati condotti durante i mesi estivi, attraverso una combinazione di osservazioni dirette sul campo e dati ottici satellitari, che richiedono luce diurna. L’approccio sviluppato dai ricercatori di Cambridge utilizza il backscatter dei radar Sar in dotazione a Sentinel-1 per rilevare i cambiamenti nei laghi durante i mesi invernali, quando la Groenlandia è quasi completamente al buio. 

Gli scienziati hanno scoperto che il sistema ‘idraulico’ sotto la calotta glaciale della Groenlandia può essere ‘ricaricato’ anche durante  l’inverno artico, per via delle grandi quantità d’acqua  superficiale che si riversano nella calotta glaciale. Secondo le analisi effettuate anche da altri satelliti, la calotta della Groenlandia sta perdendo massa e il tasso di perdita dei ghiacci sta accelerando, a causa dello scioglimento e del deflusso di questi ultimi. 

«Una delle incognite in termini di previsione del futuro della calotta glaciale è la velocità con cui si muovono i ghiacciai, se accelereranno e in tal caso di quanto – commenta Ian Willis dell’Università di Cambridge – il controllo-chiave sulla velocità con cui si muovono i ghiacciai è la quantità di acqua di disgelo che raggiunge il fondo della calotta glaciale, ed è qui che entra in gioco il nostro lavoro».

Nel dettaglio, gli scienziati hanno analizzato sei laghi e hanno scoperto che tre di essi sono ‘crollati’ e le loro acque sono state spinte verso il basso, a causa della pressione provocata da ghiaccio e neve. I laghi si formano sulla superficie della calotta glaciale della Groenlandia ogni estate, quando il clima diventa più mite. Questi ultimi sopravvivono per settimane o mesi, ma possono anche sparire nel giro di poche ore per via delle idrofratture, che riversano enormi quantità d’acqua alla base della calotta glaciale. Gli scienziati non sanno ancora definire l’ampiezza di questo fenomeno, ma sono consapevoli che potrebbe avere implicazioni sulle condizioni future delle calotte in Artide e Antartide.

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