La missione Gedi della Nasa – iniziata nel 2018 e guidata dal professor Ralph Dubayah dell’Università del Maryland – ha raggiunto un traguardo importante; infatti, di recente, sono stati rilasciati i dati – a livello pressoché globale – in merito alla biomassa forestale, nonché le stime sul carbonio che questa immagazzina.
In breve, si tratta di informazioni inedite circa lo stato delle foreste e, in particolare, su come il crescente fenomeno della deforestazione – dovuto principalmente alle attività antropiche, oltreché ad altre cause naturali – stia incidendo sulla concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre; condizione che, di fatto, minaccia le biodiversità vegetali e animali.
Gedi (Global Ecosystem Dynamics Investigation) è uno strumento lidar ad alta risoluzione (costituito da tre laser che producono otto tracce parallele di osservazione) montato sul modulo Jem-ef (Japanese Experiment Module – Exposed Facility) della Stazione Spaziale Internazionale.
Gedi, combinato con le acquisizioni di altri lidar aerei e terrestri, è capace di ricreare mappe 3D fedeli e dettagliate di vaste aree geografiche naturali (foreste, ghiacciai, catene montuose, deserti, altro), utili per lo studio e la tutela di ecosistemi e habitat naturali.
In attesa della nuova missione Nisar (Nasa-Isro Synthetic Aperture Radar), la missione Gedi proseguirà fino al gennaio 2023.
In alto: rappresentazione di Gedi
Crediti immagine: Nasa