EarthCare si prepara a offrire un nuovo sguardo dall’alto sul nostro pianeta. Il satellite dell’Esa, lanciato lo scorso 29 maggio dalla base di Vandenberg a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, ha terminato la fase di commissioning e ha ora attivato i suoi quattro strumenti scientifici. Si tratta di strumenti all’avanguardia che permetteranno a EarthCare di arrivare a esplorare i meccanismi alla base del cambiamento climatico a partire dallo studio delle nubi e dell’aerosol, in quella che punta a essere una delle più complesse e al tempo stesso ambiziose imprese di osservazione della Terra.
Lo strumento Cloud Profiling Radar (Cpr) fornirà i profili verticali delle nuvole e osserverà le velocità verticali delle particelle di nubi attraverso le misurazioni Doppler. Il Multi-Spectral Imager (Msi) fornirà informazioni sulle tracce di nuvole e aerosol nel visibile, vicino all’infrarosso, a onde corte e infrarossi termici. Il Broad-Band Radiometer (Bbr) fornirà misurazioni dei flussi di calore che attraversano l’atmosfera superiore. Infine, il Lidar Atmosferico (Atlid) fornirà profili verticali di aerosol e nuvole sottili.
Insieme, questi quattro strumenti analizzeranno il ruolo di nubi e aerosol nel riflettere e trattenere la radiazione solare. Questo effetto, noto come albedo, intrappola il calore irradiato dalla superficie terrestre e provoca l’effetto serra – negli ultimi decenni aumentato a dismisura per effetto antropico.
L’attivazione dei quattro strumenti scientifici ha segnato l’inizio di una fase cruciale di calibrazione e validazione di EarthCare. Questa fase è condotta da una vasta rete internazionale di scienziati impegnati nella campagna Orcestra, che punta a combinare i dati di EarthCare con quelli raccolti grazie all’utilizzo di aerei, droni e palloni sonda per studiare nuvole e aerosol nell’atmosfera terrestre sopra l’Atlantico tropicale, proprio sotto il passaggio del satellite.
In queste settimane uno dei team di ricerca di Orcestra, guidato da Bernhard Mayer dell’Istituto Meteorologico di Monaco di Baviera, ha raccolto una serie di dati grazie all’aereo Halo, dotato di strumenti avanzati come specMACS, un imager spettrale composto da sei telecamere specializzate per osservare le nuvole da 10 chilometri di distanza. Ogni volo permette di raccogliere fino a 10 terabyte di dati, fondamentali per comprendere il comportamento delle nuvole e degli aerosol.
Nell’ambito della campagna Orcestra, Mayer e colleghi hanno svolto una missione di raccolta dati a Sal, Capo Verde, per studiare i fenomeni meteorologici nella cosiddetta Zona di Convergenza Intertropicale, dove si formano frequentemente temporali. Oltre a fornire misurazioni preziose, l’impresa ha anche permesso di effettuare una convalida dei primi dati raccolti da EarthCare.
Il satellite è dunque pronto a fornire il suo contributo dall’alto alla meteorologia e alla scienza del clima, per comprendere meglio i fenomeni complessi alla base del riscaldamento globale. La missione è guidata dall’Agenzia Spaziale Europea ed è frutto della collaborazione con l’Agenzia Spaziale Giapponese Jaxa. Non manca poi il contributo italiano: per la missione, Leonardo ha fornito un importante contributo tecnologico grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’azienda ha realizzato nei suoi stabilimenti a Pomezia e a Campi Bisenzio il trasmettitore laser integrato nello strumento Atlid (Atmospheric Lidar).
Leonardo ha inoltre realizzato i pannelli fotovoltaici del satellite e un trasmettitore di potenza per lo strumento Cloud Profiling Radar della Jaxa. Mentre nasce a Campi Bisenzio un sensore che si attiva solo in caso di necessità per orientare il satellite.