👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

 

Da oggi il nostro pianeta ha un osservatore in più per monitorare il clima che cambia. E si tratta di un occhio d’eccezione, ovvero quello del satellite EarthCare dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciato dalla base di Vandenberg il 29 maggio alle 00:20 italiane.

Partita a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione si presenta come una delle più complesse e al tempo ambiziose imprese di osservazione della Terra. Obiettivo principale di EarthCare è infatti arrivare ai meccanismi alla base del cambiamento climatico, a partire dallo studio delle nubi e dell’aerosol.

Grazie all’utilizzo di strumenti scientifici all’avanguardia, il satellite analizzerà il ruolo di nubi e aerosol nel riflettere e trattenere la radiazione solare. Questo effetto, noto come albedo, intrappola il calore irradiato dalla superficie terrestre e provoca l’effetto serra – negli ultimi decenni aumentato a dismisura per effetto antropico.

Guidata dall’Esa e frutto della collaborazione dell’agenzia europea con quella giapponese Jaxa, EarthCare si baserà in particolare su quattro strumenti scientifici.

Il Cloud Profiling Radar (Cpr) fornirà i profili verticali delle nuvole e osserverà le velocità verticali delle particelle di nubi attraverso le misurazioni Doppler. Il Multi-Spectral Imager (Msi)  fornirà informazioni sulle tracce di  nuvole e aerosol nel visibile, vicino all’infrarosso, a onde corte e infrarossi termici. Il Broad-Band Radiometer (Bbr) fornirà misurazioni dei flussi di calore che attraversano l’atmosfera superiore. Infine, il Lidar Atmosferico (Atlid) fornirà profili verticali di aerosol e nuvole sottili.

Non manca poi il contributo italiano a bordo di EarthCare. Per la missione, Leonardo ha fornito un importante contributo tecnologico grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’azienda ha realizzato nei suoi stabilimenti a Pomezia e a Campi Bisenzio il trasmettitore laser integrato nello strumento Atlid (Atmospheric Lidar).

Leonardo ha inoltre realizzato i pannelli fotovoltaici del satellite e un trasmettitore di potenza per lo strumento Cloud Profiling Radar della Jaxa. Mentre nasce a Campi Bisenzio un sensore che si attiva solo in caso di necessità per orientare il satellite.

Continua e si intensifica dunque l’attività dei satelliti di osservazione della Terra per comprendere meglio il clima che cambia. EarthCare è stato lanciato poco dopo un’altra importante missione che va nella stessa direzione, Prefire della Nasa, che studierà i poli terrestri per comprendere meglio la riduzione dei ghiacci e il cambiamento del livello del mare in relazione al riscaldamento globale.

 

Immagine in apertura: rappresentazione artistica della missione EarthCare dell’Esa. Crediti: Esa/Atg medialab