L’india investe sempre più seriamente sull’esplorazione e lo sfruttamento dello Spazio. Il governo ha appena approvato il finanziamento di alcune missioni di peso che renderanno l’Isro, l’agenzia spaziale indiana, tra gli operatori più attivi al mondo sia in campo scientifico che commerciale.
La prima missione finanziata, forse la più importante, è Chandrayaan-4, della durata prevista di 36 mesi.
Con la precedente Chandrayaan-3, partita a fine agosto 2023, l’india è diventata la quarta nazione al mondo ad essere atterrata sulla Luna, dopo Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina. Anche questo nuovo lander avrà lo scopo scientifico di raccogliere dati sulla Luna, come il precedente, ma stavolta dovrà anche prelevare campioni di rocce da riportare sulla Terra.
Per questo obiettivo verrano lanciati due razzi Lvm-3 che porteranno nello Spazio un carico totale di 5 moduli: uno per la propulsione necessaria al trasferimento Terra-Luna, uno per l’atterraggio sulla Luna, uno per la ripartenza dal satellite, uno per il trasferimento dei campioni e l’ultimo per il rientro.
Si tratta di una missione complessa, soprattutto perché sono previste delle manovre particolarmente delicate come l’aggancio interamente automatizzato tra due moduli, che avverrà sia in orbita terrestre che lunare.
Chandrayaan-4 inoltre sarà un banco di prova per sperimentare una serie di nuove tecnologie che verranno impiegate in futuro per un atterraggio umano sul nostro satellite. L’India infatti si è posta l’obiettivo di far camminare sulla Luna un suo astronauta entro il 2040.
Prima della recente approvazione di Chandrayaan-4, l’Isro si era già impegnata a esplorare il polo sud lunare con una missione denominata ‘Lupex’ da effettuare in collaborazione con l’agenzia spaziale giapponese Jaxa. Lupex ha l’obiettivo primario di trovare riserve di ghiaccio d’acqua, ma sta subendo continui rinvii. Per questo, e alla luce dei nuovi finanziamenti, è stata ribattezzata Chandrayaan-5.
Approvata anche l’esplorazione di Venere con il progetto ‘Vom’ (Venus Orbiter Mission), che prevede la realizzazione di una sonda dotata di numerosi strumenti scientifici. La finalità principale di questo orbiter sarà lo studio approfondito dell’atmosfera venusiana, ma osserverà anche la geologia e l’evoluzione del pianeta. In particolare, cercherà di far luce su quali caratteristiche hanno portato Venere ad avere un destino completamente diverso dalla Terra, pur presentando numerose similitudini con il nostro pianeta.
Si tenterà anche di scoprire se esistono regioni vulcaniche ancora attive e, nel caso, verranno tracciati i percorsi di eventuali fiumi di lava. La partenza è prevista per marzo 2028.
Un altro progetto ambizioso appena finanziato è la sperimentazione del modulo abitativo Bas-1 (Bharatiya Antariksh Station) per la stazione spaziale indiana la cui costruzione è stata approvata nel 2018 nell’à mbito del più ampio Programma Gaganyaan. Questo programma, che pone l’India come quarto Paese al mondo ad avere una stazione spaziale tutta sua dopo Russia, Usa e Cina, prevede anche la realizzazione di una navetta capace di ospitare tre astronauti.
Il modulo abitativo Bas-1 sarà il primo tassello della futura stazione spaziale; per il suo sviluppo e i successivi test sono state approvate ben 8 missioni, con il primo lancio previsto per dicembre 2028. Il completamento della stazione spaziale indiana dovrebbe avvenire entro il 2035.
Infine, sempre in linea con l’idea di avere una stazione spaziale propria e di far atterrare astronauti indiani sulla Luna entro una quindicina d’anni, il governo ha stanziato dei fondi per sviluppare un nuovo lanciatore, di ultima generazione.
Si chiamerà Nglv (Next Generation Launch Vehicle) e rispetto all’attuale Lvm-3 sarà in grado di portare in orbita un carico tre volte superiore. Non solo, ci saranno varie parti riutilizzabili e un sistema di propulsione assolutamente ecologico rispetto all’attuale.
Il progetto prevede tre lanci nei prossimo 8 anni.
Foto: Il lanciatore indiano Lvm-3 decolla dal centro spaziale Satish Dhawan, nel febbraio 2021
Crediti: Isro