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Dalla forma tipica di un panino con hamburger a quella di un pallone da rugby. È l’allungamento subìto dall’asteroide Dimorphos a seguito dell’impatto di Dart: la sonda Nasa è stata protagonista nel settembre 2022 del primo test di difesa planetaria, missione finalizzata a modificare tramite collisione l’orbita della luna Dimorphos attorno all’asteroide principale Dydimos.

L’allungamento della forma di Dimorphos, un mutamento atteso già dalle previsioni iniziali della missione, è stato ora confermato da un nuovo studio condotto dall’Università del Maryland. La ricerca, pubblicata su Planetary Science Journal, fornisce inoltre inaspettate novità sulle conseguenze su Dimorphos per la collisione di Dart, testimoniata in prossimità dal nanosatellite LiciaCube di Asi, realizzato da Argotec sotto la guida scientifica dell‘Inaf.
Secondo i ricercatori, l’impatto potrebbe aver impresso sul corpo di Dimorphos una rotazione caotica e imprevedibile, nel tentativo di tornare in equilibrio gravitazionale con l’asteroide principale Didymos.

«Il cambiamento di forma di Dimorphos indotto dall’impatto ha probabilmente cambiato il modo in cui interagisce con Didymos», afferma Derek Richardson, primo autore della ricerca.

Secondo Richardson, anche i detriti espulsi al momento dell’impatto, un cono di polvere immortalato dalle spettacolari fotografie di LiciaCube, hanno avuto un ruolo nell’equilibrio disturbato tra la luna Dimorphos e l’asteroide principale, accorciando l’orbita del satellite naturale intorno a Didymos.

«In origine, Dimorphos era probabilmente in uno stato molto rilassato e aveva un lato rivolto verso il corpo principale, Didymos, proprio come la luna della Terra ha sempre una faccia rivolta verso il nostro pianeta – afferma Richardson – Ora è disallineata, il che significa che può oscillare avanti e indietro nel suo orientamento».

Il team di ricercatori, tra cui anche italiani dall’Università di Bologna, dal Cnr-Ifac e dal Politecnico di Milano, è ora in attesa di scoprire quando i detriti espulsi si libereranno dal sistema, se Dimorphos sta ancora effettivamente ruzzolando nello spazio e quando infine riacquisterà la sua precedente stabilità.

«Imparare a conoscere il tempo necessario a Dimorphos per riacquistare la sua stabilità ci dice cose importanti sulla sua struttura interna, che a sua volta fornisce informazioni sui futuri tentativi di deviare gli asteroidi pericolosi – conclude Richardson – Dart ci ha permesso di comprendere una fisica gravitazionale complicata che non si può fare in laboratorio».

Le nuove scoperte relative alla dinamica di Dimorphos pongono implicazioni importanti anche per la missione Hera di Esa destinata al sistema Didymos. Con un lancio previsto a ottobre 2024 e un arrivo a dicembre 2026, Hera valuterà per la prima volta le proprietà interne di entrambi gli asteroidi, fornendo un’analisi più dettagliata della missione Dart.

La recente ricerca dell’Università del Maryland è stata supportata, tra gli altri, da Nasa, Esa, Asi e Cnes.

Immagine in evidenza: illustrazione che raffigura la navicella Dart di Nasa prima dell’impatto con il sistema di asteroidi binari Didymos. Crediti: Nasa/Johns Hopkins APL/Steve Gribben.