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L’equipaggio della Starliner potrebbe tornare a casa in una capsula SpaceX.
Questa è l’ultima ipotesi sul tavolo per consentire il rientro sulla Terra a Butch Wilmore e Suni Williams, i primi astronauti a volare con la Boeing Cst-100 Starliner e bloccati nella Stazione Spaziale Internazionale da oltre 60 giorni.
Il 6 giugno scorso, durante l’attracco della capsula alla Iss, 5 dei 28 mini-propulsori a getto del sistema Rcs di Starliner non hanno funzionato, destando serie preoccupazioni per il ritorno a Terra in sicurezza.
Nelle settimane successive gli astronauti sono riusciti a ripristinare e testare quattro di questi motori, uno non sembra sia riparabile.
In queste condizioni la capsula potrebbe teoricamente rientrare in autonomia, il mese scorso però la Nasa ha sottoposto i mini-propulsori a una serie di test nei laboratori di White Sands del Nuovo Messico, scoprendo dei difetti di progettazione.
Il calore dell’accensione ha infatti provocato un’espansione del teflon delle guarnizioni, che ha ostruito parzialmente il flusso del carburante. Non solo, lo stesso calore ha riscaldato il propellente fino a farlo vaporizzare, riducendo la potenza di spinta.
Fattori che minano l’affidabilità del sistema Rcs di Starliner perché potrebbero causare malfunzionamenti al prossimo utilizzo, ad esempio durante il distacco dalla Stazione Spaziale, o ancor peggio nelle manovre di de-orbiting e orientamento in prossimità dell’ingresso nell’atmosfera, esponendo l’equipaggio a rischi che non può assolutamente correre.
Malgrado il team della Boeing insista nel dire che il rientro di Starliner è sicuro, basandosi sul successo dei test di bordo eseguiti a fine luglio, la Nasa sta valutando l’opzione di far rientrare gli astronauti sfruttando la Crew Dragon di SpaceX.
Nella missione ‘Crew-9’, nono volo operativo di SpaceX in partenza il 24 settembre per la Stazione Spaziale, la Nasa manderebbe su solo due astronauti dei quattro inizialmente previsti, lasciando due sedili liberi da far occupare all’equipaggio di Starliner nel viaggio di ritorno programmato per febbraio 2025.

La questione resta comunque molto dibattuta, ingegneri e tecnici continuano ad avere opinioni diverse circa le cause dei malfunzionamenti e i rischi che correrebbero gli astronauti rientrando autonomamente.
La Boeing in particolare fa pressioni per usare la sua navetta ma, come ha spiegato il direttore associato della Nasa Ken Bowersox, l’obiettivo attuale non è solo quello di far usare agli astronauti la capsula Starliner, quindi l’ipotesi di sfruttare un passaggio in un altro vettore è una possibilità più che concreta e percorribile.
Bowersox ha anche puntualizzato che, a dispetto delle intenzioni della Boeing, la responsabilità generale della missione è dell’amministratore della Nasa Bill Nelson (di cui Bowersox al momento ha le deleghe), per cui qualsiasi decisione finale spetta a lui.
L’idea di far rientrare Butch Wilmore e Suni Williams con la Crew Dragon al momento è soltanto considerata come un’alternativa accettabile, la Nasa infatti non ha ancora valutato profondamente le implicazioni o i dettagli, né preso decisioni in merito.

Foto: La capsula Boeing Cst-100 Starliner attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale
Crediti: Nasa