Gli elettroni altamente energetici che piovono nell’atmosfera, durante il fenomeno delle aurore pulsanti, potrebbero provocare la distruzione di parte dell’ozono presente nella mesosfera, situata a circa 60 chilometri dalla superficie terrestre. Lo afferma uno studio condotto dall’Università di Nagoya e dalla Nasa pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
L’aurora pulsante o pulsating aurora, è un particolare tipo di aurora polare che si manifesta con chiazze luminose intermittenti e, nel corso del nuovo studio, i ricercatori hanno sviluppato una simulazione al computer che consente di capire come si forma questo tipo di fenomeno.
Secondo il modello, gli elettroni a bassa e ad alta energia hanno origine simultaneamente dalle interazioni tra le onde del ‘coro’ – un particolare insieme di onde elettromagnetiche – e gli elettroni nella magnetosfera terrestre.
Le onde del coro sono composte da plasma e si generano vicino all’equatore magnetico. Una volta formate, viaggiano verso nord e verso sud, interagendo con gli elettroni nella magnetosfera terrestre. Questa interazione eccita gli elettroni, disperdendoli nell’atmosfera superiore, dove rilasciano l’energia luminosa che appare come un’aurora pulsante.
Secondo quanto emerge dallo studio, gli elettroni ad alta energia delle aurore pulsanti sono elettroni relativistici, noti anche con il nome di elettroni killer, a causa del danno che possono causare ai satelliti. La teoria elaborata dai ricercatori indica che queste particelle sono associate all’aurora pulsante e potrebbero essere coinvolte nella distruzione dell’ozono.
Il team ha in programma mettere ancora alla prova questa ipotesi, studiando le misurazioni che verranno effettuate dagli strumenti della missione Lamp (Loss through Auroral Microburst Pulsations), programmata per dicembre 2021. Lamp è una collaborazione tra la Nasa, la Japan Aerospace Exploration Agency e l’Università di Nagoya.
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