Studio su Science Advances, su nuovi modelli dedicati allo studio della formazione dei satelliti del Pianeta Rosso, nati da un impatto violento

Come si sono formate Phobos e Deimos? L’origine delle piccole lune del Pianeta Rosso è stata dibattuta per decenni. Oggi, un nuovo studio condotto dagli scienziati del Southwest Research Institute suggerisce che i due satelliti siano nati probabilmente da un impatto violento tra proto-Marte e un oggetto dalle dimensioni simili a quelle di un pianeta nano. Il modello prevede anche che le due lune derivino principalmente da materiale originario di Marte, quindi la loro composizione in massa dovrebbe essere simile a quella del pianeta per la maggior parte degli elementi. Tuttavia, gli scienziati ipotizzano che il vapore acqueo sarebbe andato perso.

Lo studio ipotizza che l’impatto da cui si sono formate le lune sia avvenuto con un oggetto molto più piccolo di quanto considerato in precedenza, tra le le dimensioni dell’asteroide Vesta, con un diametro di 524 chilometri, e del pianeta nano Cerere, 944 chilometri di diametro.

“Abbiamo utilizzato modelli all’avanguardia per dimostrare che un corpo di dimensioni simili a Vesta e Cerere può produrre un disco compatibile con la formazione delle piccole lune di Marte”, ha affermato l’autore del paper, il dott. Julien Salmon.

“Le parti esterne del disco si accumulano in Phobos e Deimos, mentre le porzioni interne del disco si accumulano in lune più grandi che alla fine si incurvano verso l’interno e vengono assimilate in Marte. Gli impatti con oggetti più grandi, ipotizzati nei lavori precedenti, avrebbero prodotto enormi dischi e lune interne più massicce che avrebbero impedito la sopravvivenza di piccole lune come Phobos e Deimos. ”

I risultati, pubblicati su Science Advances, sono importanti per la missione Marx eXploration (MMX) di Mars Aerospace Exploration Agency (Jaxa), il cui inizio è previsto nel 2024. La sonda spaziale visiterà le due lune di Marte, atterrerà sulla superficie di Phobos e raccoglierà un campione di superficie da restituire alla Terra nel 2029.