Saturno, da lontano, può apparire calmo e immobile ma l’immenso Signore degli anelli in realtà ha un ‘cuore’ che vibra a frequenze, causando variazioni nel suo campo gravitazionale. Gli anelli del pianeta risentono delle oscillazioni del campo gravitazionale e sono lo strumento ideale per rilevare tali oscillazioni.
Durante i flyby di Cassini attorno a Saturno, gli strumenti a bordo hanno osservato che la luce stellare che attraversava gli anelli di roccia e ghiaccio del pianeta era ‘tremolante’. Combinando i dati ottenuti dalla sonda Nasa-Esa-Asi con un modello teorico, un team di ricercatori delle Università di Toronto della Northwestern, ha provato a spiegare il perché delle oscillazioni sulla superficie di Saturno.
Secondo il nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal, a causare tali oscillazioni sarebbero stati piccoli oggetti che impattando su Saturno in passato hanno fatto sì che il pianeta ‘suonasse’ come una campana, e il volume del ‘suono’ che ascoltiamo ora è proporzionale a quante volte e quanto è stato colpito tempo fa. Le oscillazioni sul pianeta diminuiscono quando l’energia viene trascinata dalle onde radio nei suoi anelli, un processo che può richiedere fino a 20 milioni di anni. Le collisioni sul pianeta avrebbero potuto impartire abbastanza energia per far suonare il ‘cuore’ di Saturno nel modo in cui vediamo oggi, ad eccezione di alcune modalità di oscillazione che potrebbero essersi generate in modo diverso.
Secondo lo studio, la possibilità che Saturno negli ultimi 40.000 anni abbia subito un impatto è una su un milione di anni: un colpo di fortuna insomma. Un’altra ipotesi per spiegare le vibrazioni del pianeta riguarda enormi tempeste di sabbia che si pensa possano essersi generate in profondità, all’interno di Saturno, dove la pressione atmosferica è all’incirca diecimila volte più alta della pressione sulla superficie terrestre. Dal momento che non è ancora chiaro se queste enormi tempeste esistano effettivamente, la teoria non può ancora essere dimostrata o smentita. Lo studio sulle oscillazioni degli anelli di Saturno in futuro potrà essere utile per ricostruire la storia di altri pianeti.