Un ingrediente chiave. Sarebbe il fosforo la miccia della vita sulla Terra. E’ la nuova teoria di un team di ricercatori dell’Università di Washington e dell’Univeristà di St. Andrews in Scozia, guidati dal dottorando Michael Kipp, pubblicata sulla rivista “Science Advances”. Quando i livelli di ossigeno della Terra si sono innalzati agli standard attuali, negli ultimi 800 milioni di anni, anche i livelli di fosforo sono incrementati. Questa correlazione è fondamentale per lo sviluppo della vita nel modello teorico proposto. La prova risiederebbe nei sedimenti delle rocce, come quelli riscontrati nelle “Phosphoria Formation” formazioni geologiche site nella parte occidentale del territorio statunitense, che rivelano grandi depositi di fosfati risalenti a 800 milioni di anni fa.
Depositi rocciosi di questo genere, con giacimenti di fosforo spessi decine di metri, sono piuttosto rari nell’era Precambriana. “Essi potrebbero costituire la traccia di un periodo di scarso riciclo del fosforo” afferma Michael Kipp. La quantità di biomassa, ossia la vita, negli antichi oceani potrebbe essere stata limitata da un basso apporto di fosforo. Quando questo elemento chimico essenziale ha iniziato ad accumularsi nelle zone oceaniche, scorrendo dai fiumi in forma di fosfati, è iniziato il suo ricircolo, favorito dal consumo di plancton o di alghe eucariotiche, che si nutrono di esso, da parte di altri organismi. “questo ingrediente chiave è stato un fertilizzante per la fotosintesi della vita negli oceani” afferma Roger Buick, coautore della ricerca. Il fosforo ha innescato le reazioni a catena che hanno portato la vita a svilupparsi, partendo da un sistema chiuso caratterizzato da poco ossigeno e scarsa attività biologica.
La teoria proposta potrebbe avere implicazioni anche nella ricerca della vita su altri pianeti. “Un’atmosfera aliena ricca di ossigeno non è necessariamente sinonimo di una biosfera complessa. Viceversa, alcuni pianeti potrebbero apparire disabitati per la mancanza di ossigeno ma in realtà la loro biosfera potrebbe avere potenzialità legate alla disponibilità di fosforo” asseriscono Kipp e Eva Stüeken, coautrice della ricerca. “I falsi negativi sono una delle maggiori sfide nella ricerca della vita in altri mondi” sottolinea Victoria Meadows, insegnante all’Università di Washington e ricercatrice del “Virtual Planetary Laboratory” della Nasa “L’avanzamento delle nostre conoscenze dell’ambiente primordiale terrestre incrementa le possibilità di successo nella ricerca della vita sui pianeti vicini”.