La potenza di Webb colpisce ancora e dona agli astronomi «occhi nuovi di zecca».
Lo ha detto l’astronoma Mary Barsony, autrice principale di una nuova ricerca presentata al 244esimo incontro dell’American Astronomical Society il 12 giugno. Il team di scienziati ha utilizzato il principale osservatorio di scienze spaziali del mondo per studiare una nota regione di formazione stellare e ha scoperto che la stella WL 20S non è un corpo solo ma una coppia di stelle, formatasi tra 2 e 4 milioni di anni fa. Entrambe le stelle sono caratterizzate da getti di gas corrispondenti che fluiscono nello spazio dai poli nord e sud.
La scoperta è stata sorprendente perché era dagli anni Settanta che gli scienziati studiavano questo gruppo di giovani stelle della Via Lattea, WL 20, all’interno della Nube di Rho Ofiuchi, nella Costellazione dell’Ofiuco a circa 400 anni luce di distanza da noi.
«Siamo rimasti a bocca aperta – ha detto Barsony – Dopo aver studiato questa fonte per decenni, pensavamo di conoscerla abbastanza bene. Ma senza il Mid-Infrared Instrument (Miri) di Webb non avremmo saputo che si trattava di due stelle o dell’esistenza di questi getti. È davvero sorprendente. È come avere occhi completamente nuovi».
Gli astronomi hanno poi combinato i risultati di Webb con ulteriori dati delle 60 antenne radio dall’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) in Cile, scoprendo che dischi di polvere e gas circondano entrambe le stelle. In base all’età delle stelle, è possibile che in quei dischi si stiano formando dei pianeti.
«La potenza di questi due telescopi insieme è davvero incredibile – ha detto Mike Ressler, scienziato del progetto Miri presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa e coautore del nuovo studio – Se non avessimo visto che si trattava di due stelle, i risultati di Alma li avremmo potuti interpretare scorgendo semplicemente un singolo disco con uno spazio vuoto nel mezzo. Invece, il fatto che siano due stelle mostra anche che si trovano a un punto critico della loro vita, alla fine del loro processo di formazione».
Mentre Alma ha potuto rilevare i dischi di gas e polvere attorno alle due stelle in WL 20S, poiché emettono luce in un intervallo che gli astronomi chiamano submillimetrico, senza lo strumento nel medio infrarosso di Webb non si sarebbero potuti vedere i getti stellari. Tuttavia è grazie ad Alma, che riconosce anche le molecole di materiale residuo di formazione attorno a giovani stelle, che gli scienziati possono affermare che i corpi di WL 20S hanno superato la fase di formazione iniziale.
«È sorprendente come questa regione abbia ancora così tanto da insegnarci sul ciclo di vita delle stelle – ha detto Ressler – Sono entusiasta di vedere cos’altro rivelerà Webb».
Immagine di copertina: illustrazione di WL 20S – Crediti: Nasa
Immagine nel testo: storia delle osservazioni di WL 20S – Crediti: Nasa