I primi elementi costitutivi della vita sulla Terra potrebbero essersi formati grazie ai brillamenti solari, violente eruzioni di materia che si verificano nella fotosfera del nostro Sole. Lo afferma uno studio condotto da un team del Goddard Space Flight Center della Nasa, pubblicato sulla rivista Life.
Secondo lo studio, le particelle solari presenti nell’atmosfera della Terra primordiale si sarebbero scontrate contribuendo alla composizione degli amminoacidi, i mattoni della vita complessa.
Gli astronomi hanno utilizzato i dati raccolti dal cacciatore di esopianeti della Nasa Kepler, che ha osservato diverse stelle lontane nel corso di diverse fasi del loro ciclo di vita. Queste informazioni possono fornire spunti utili per ricostruire i primi milioni di anni di vita del Sole.
In aggiunta ai dati di Kepler, gli scienziati hanno ripreso uno studio pubblicato nel 2016 da Vladimir Airapetian, un astrofisico della Nasa. Secondo i risultati della ricerca, il Sole – nei suoi primi 100 milioni di anni di vita – sarebbe stato più debole di circa il 30 percento.
Al contrario i superflare, che ad oggi vengono rilevati solo una volta ogni cento anni, si sarebbero verificati con più frequenza, una volta ogni 3-10 giorni. Queste esplosioni sono in grado di emettere particelle che viaggiano alla velocità della luce e danno il via a una serie di reazioni chimiche complesse.
Gli studiosi hanno ricreato la miscela di gas presente nella Terra primordiale combinando anidride carbonica, azoto, acqua e metano. Successivamente, hanno ‘bombardato’ questi composti con i protoni, che simulano l’effetto dei superflare e con scintille. Queste ultime sono state utilizzate per ricreare i fulmini, che cadevano ripetutamente nell’atmosfera del nostro giovane pianeta.
Secondo i risultati del dello studio, quando la percentuale di metano è superiore allo 0,5 percento la miscela di gas colpita dai protoni produce quantità rilevabili di amminoacidi e acidi carbossilici.
Gli stessi composti bombardati con le scintille, invece, hanno richiesto una concentrazione di metano del 15 percento per formare gli stessi amminoacidi. Lo studio è solo alle sue prime fasi, ma gli scienziati sono già in grado di affermare che il giovane Sole avrebbe potuto catalizzare i precursori della vita prima di quanto ipotizzato da altre ricerche.
Immagine in apertura: rappresentazione artistica della Terra primordiale. Crediti: Nasa