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Fuoriesce dalla superficie del cratere Gale di Marte e la sua presenza sta sottoponendo gli studiosi a un vero rebus: si tratta del metano, ‘fiutato’ dal rover Curiosity della Nasa grazie al suo strumento Sam (Sample Analysis at Mars). La scoperta è al centro di uno studio di Journal of Geophysical Research: Planets, coordinato dal Goodard Space Flight Center della Nasa.

Curiosity, su Marte dal 6 agosto 2012, ha fiutato le tracce del gas vicino alla superficie del cratere Gale, l’unico luogo del pianeta dove il metano è stato individuato. Gli scienziati non si aspettavano questa scoperta e hanno provato a formulare un’ipotesi sull’origine del gas: sulla Terra la maggior parte del metano viene prodotta dagli esseri viventi, ma su Marte – allo stato attuale – potrebbe derivare da qualche processo geologico che avviene nelle profondità del pianeta e coinvolge l’acqua e le rocce.

Sam – un vero e proprio laboratorio chimico portatile in dotazione a Curiosity – ha inoltre rilevato che il flusso del metano non è costante: si manifesta solo di notte, subisce delle fluttuazioni stagionali e talvolta raggiunge picchi molto elevati. Inaspettatamente, il gas non si accumula nell’atmosfera di Marte, come dimostrato dal Tgo (Trace Gas Orbiter) di ExoMars, missione dell’Esa con una significativa partecipazione italiana.

Gli autori dello studio ritengono che il metano – indipendentemente dalle sue origini – potrebbe essere ‘sigillato’ sotto uno strato di sale solidificato all’interno della regolite marziana. Il gas potrebbe fuoriuscire durante la stagione calda o dopo le ore soleggiate del giorno a causa dell’indebolimento dello strato di sale, prodotto dalle alte temperature. Inoltre, il metano potrebbe fuoriuscire anche sotto forma di sbuffi per la pressione esercitata dalle ruote di Curiosity sulla superficie del cratere Gale.

Comunque, non è la prima volta che il rover ‘fiuta’ questo gas: nel 2019, sempre con Sam, Curiosity aveva riscontrato un inspiegabile picco di metano che portò gli scienziati a condurre degli esperimenti in laboratorio per verificare l’eventuale ruolo del sale nel trattenere il gas. Lo strumento Sam, tuttavia, ‘annusa’ il metano solo poche volte all’anno: il suo primo compito, infatti, è l’analisi chimica dei campioni rocciosi prelevati da Curiosity.

 

In alto: il rover Curiosity – evidenziato lo strumento Sam che ha rilevato il metano (Crediti: Nasa)