La sua circonferenza si è ristretta a causa del graduale raffreddamento avvenuto durante le ultime centinaia di migliaia di anni e le conseguenze di questo fenomeno sono ben visibili sulla sua crosta sotto forma di faglie e frane: si tratta della Luna, sempre più sotto la lente degli scienziati in previsione delle prossime missioni del programma Artemis.

Il nostro satellite naturale torna agli onori della cronaca per uno studio sulle caratteristiche geologiche del suo polo sud, che comprende alcune aree proposte dalla Nasa per il landing della missione Artemis III. La ricerca, appena pubblicata su The Planetary Science Journal, è stata coordinata dalla Smithsonian Institution di Washington e ha visto la partecipazione anche dei Centri Goddard e Marshall della Nasa.

L’indagine si è basata sia sulle immagini della sonda Lro (Lunar Reconnaissance Orbiter) della Nasa, sia su modelli informatici. Il gruppo di lavoro ha notato un nesso tra il restringimento della Luna e l’instabilità che caratterizza il suo polo sud, segnato da crepe e movimenti franosi e scosso da terremoti: gli studiosi hanno collegato un insieme di faglie a uno dei sismi più intensi registrati dagli strumenti delle missioni Apollo. Infatti, i siti di allunaggio delle missioni Apollo 12, 14, 15 e 16 ospitavano una rete di 4 sismografi che, attiva dal 1969 al 1977, aveva registrato 28 terremoti superficiali. Tra questi, N9, verificatosi il 13 marzo 1973, era stato uno dei più forti.

Successivamente, i ricercatori hanno simulato – con i modelli informatici – la stabilità della superficie del polo sud lunare ed è emerso che alcune aree sono particolarmente soggette a smottamenti a causa delle scosse sismiche. I terremoti lunari superficiali, che possono durare anche qualche ora, sono causati da fratture nell’interno della Luna e possono raggiungere un’intensità tale da danneggiare eventuali, futuri manufatti umani. Inoltre, la presenza di materiale sedimentario poco consolidato espone queste zone ad un ulteriore rischio di frane.

Gli autori del saggio ritengono che sia necessario tenere conto di questi fattori nella pianificazione delle missioni Artemis per garantire la sicurezza degli astronauti, dei veicoli spaziali e delle infrastrutture.

In alto: l’epicentro di un forte terremoto lunare registrato dalla rete dei sismografi delle missioni Apollo (Crediti: Nsa/Lroc/Asu/Smithsonian Institution)