Oleg Kononenko e il suo compagno dell’Expedition 70, Nikolai Chub, mercoledì 25 ottobre hanno compiuto l’attività extraveicolare (Eva) programmata, ma non senza sorprese.
I due cosmonauti sono stati nello spazio per 7 ore e 41 minuti prima di rientrare a bordo della Stazione Spaziale Interazionale.
Uno degli scopi principali dell’Eva era quello di isolare il radiatore che il 9 ottobre aveva iniziato a perdere refrigerante e fotografare la situazione dall’esterno. I compiti ordinari da portare a termine, invece, sono stati l’installazione di un nuovo radar per le comunicazioni e un test sul dispiegamento di una vela solare sperimentale.
I cosmonauti hanno, dunque, ispezionato da vicino il radiatore al fine di raccogliere dati da mandare a Terra e determinare con certezza cosa abbia causato la perdita di liquido refrigerante. Kononenko e Chub si sono premuniti di teli per pulire le proprie tute spaziali e gli strumenti e non riportare materiale tossico all’interno della Stazione. Ciò che hanno rilevato è stata una enorme quantità di fori sulla superficie del radiatore e un deposito di liquido refrigerante che si sta espandendo. Mentre la missione del nano satellite, sviluppato da una squadra dell’Università tecnica statale Bauman di Mosca, non si è conclusa con successo: si è sganciato dall’alloggiamento, ma non è riuscito ad aprire i suoi pannelli solari.
L’Eva di mercoledì ha segnato la 268esima uscita nello spazio che gli astronauti svolgono per provvedere all’assemblaggio, alla manutenzione e agli aggiornamenti della stazione spaziale.
Immagine in evidenza: Oleg Kononenko e Nikolai Chub ispezionano il radiatore di Nauka il 25 ottobre 2023 – Crediti: Nasa