È stata una sequenza elegante e impeccabile, quella che nella notte tra il 19 e il 20 dicembre ha permesso l’installazione dell’airlock Bishop sulla Stazione Spaziale Internazionale. A coordinare le operazioni è stata l’impresa Nanoracks, che gestisce il primo modulo commerciale permanente a bordo della Iss. Il nuovo ‘alfiere’ sulla casa spaziale è una importante testimonianza di come lo spazio del futuro veda sempre di più una collaborazione tra pubblico e privato (ne abbiamo parlato qui).

Partito alla volta della Iss lo scorso 6 dicembre a bordo di una capsula Dragon di SpaceX, Bishop è attraccato alla stazione il 7 dicembre dopo la manovra di docking della navicella. Qui è rimasto, al sicuro, per i 12 giorni successivi, fino all’inizio delle operazioni di installazione sabato 19 dicembre.

In particolare, il braccio robotico della Iss Canadarm2 ha agganciato il Bishop in uno dei suoi punti di attracco e lo ha trasportato verso il nodo 3 Tranquillity. Qui l’airlock è stato agganciato con una cosiddetta installazione ‘a freddo’, ovvero senza l’impiego di corrente.

Un successo annunciato alle 4.52 di notte italiane del 20 dicembre da Jeffrey Manber: «L’airlock Bishop ha realizzato il suo accoppiamento con la Stazione Spaziale Internazionale. –  ha scritto su Twitter il Ceo di Nanoracks – Seguiranno altri passaggi, ma Bishop è ora in quella che si può considerare la sua casa. Grazie al team della Nasa e a tutte le persone che ci hanno aiutato ad arrivare a questo punto».

«Nello Spazio niente è semplice: questa è la parola d’ordine a Nanoracks. In questo caso, ho pensato che fosse un’installazione quasi perfetta, merito dell’ingegneria e della qualità di fabbricazione da parte di entrambi i team Nanoracks e Thales Alenia Space. E naturalmente del contributo del team di controllo di Nanoracks e Nasa, insieme il nostro buon amico canadese, Canadarm2» ha commentato Veronica La Regina, che attualmente è amministratore unico di Nanoracks Europe dopo aver lavorato all’Agenzia Spaziale Europea e all’Agenzia Spaziale Italiana.

Bishop può essere pensato come una vera e propria stanza aggiuntiva a bordo della Iss. La sua funzione principale sarà quella di camera di compensazione per il passaggio dei payload dall’interno all’esterno della stazione e viceversa. Grazie alle sue notevoli dimensioni (1.80 metri di altezza e 2 metri di diametro), permetterà di trasportare carichi molto più pesanti e ingombranti rispetto a quanto consentito dall’airlock giapponese Jem installato sul modulo Kibo, utilizzato a questo scopo fino a oggi.

Non solo. Bishop sarà utilizzato per il rilascio di cubesat, così come per la realizzazione diversi esperimenti in microgravità sia all’esterno che all’interno della stazione. A tal proposito, uno dei primi clienti di Nanoracks per l’utilizzo dell’airlock è la start-up giapponese Gitai, che testerà un braccio robotico su una movimentazione multifattoriale.

Senza contare le agenzie spaziali, Nasa ed Esa in testa, che hanno già acquistato cicli di utilizzo quando il Bishop era in costruzione negli stabilimenti di Torino di Thales Alenia Space. L’azienda italo-francese ha infatti svolto un ruolo centrale nella costruzione del modulo, in particolare producendo e testando il suo involucro pressurizzato.

Ora Bishop resterà agganciato al nodo made in Italy Tranquillity fino alla fine dell’anno. Salvo imprevisti, Nanoracks si aspetta di inaugurare le prime operazioni sul suo modulo commerciale all’inizio del 2021.

«Infine, i nostri amici della Thales Alenia Space – Italia hanno dato il via a una tradizione: bere il limoncello dopo aver completato con successo le tappe principali del progetto. Abbiamo mantenuto viva questa tradizione anche con i miei colleghi negli Stati Uniti! Chissà che il Bishop non arrivi un giorno a permettere lo stesso nello spazio: sono numerose le sperimentazioni di food & beverage in orbita per aumentare le varietà e le peculiarità nutritive» conclude Veronica La Regina.