Un ampio sistema di vallate profonde e pendii scoscesi che si snoda sul ‘volto’ del Pianeta Rosso per oltre mille chilometri: è la struttura geologica che risponde al suggestivo nome di Noctis Labyrinthus, protagonista di un video appena pubblicato dall’Esa e basato sulle immagini della sonda Mars Express.

Il video è stato creato combinando il materiale raccolto nel corso di otto orbite effettuate dalla sonda Esa, che ha scattato le foto con lo strumento Hrsc (High Resolution Stereo Camera). Questo collage è stato combinato a sua volta con le informazioni topografiche di un modello digitale del terreno: in questo modo è stato prodotto un paesaggio tridimensionale che evidenzia la struttura articolata del Noctis Labyrinthus.

Questa zona si trova annidata tra il colossale canyon delle Valles Marineris e la regione vulcanica Tharsis, che ospita i crateri più alti nel Sistema Solare. Proprio la vicinanza con quest’area sarebbe all’origine della morfologia accidentata del ‘Labirinto’, che presenta anche dei graben: con questo termine tecnico si designa una fascia di terreno, sprofondata tra due faglie parallele, che si forma quando la crosta vive una fase di tensione.

I plateau che si scorgono in numerose inquadrature del video rappresentano il livello originario della superficie di Marte, prima che ampie porzioni cedessero sotto la spinta del vulcanismo. Le vallate hanno una profondità di 6 chilometri e un’ampiezza che ne raggiunge anche 30; in molte di esse si riscontrano delle frane, mentre altre presentano dei vasti campi di dune formati dall’andamento dei venti.

Il Noctis Labyrinthus è stato osservato da Mars Express anche nel 2006 e nel 2015. La sonda, in orbita intorno al Pianeta Rosso dal 2003, ha svolto diversi compiti scientifici come mappare la sua superficie e i suoi minerali, studiare l’atmosfera e analizzare le sue interazioni con il vento solare.

Mars Express vanta un significativo contributo italiano. Infatti, tra gli strumenti imbarcati sulla sonda l’Agenzia Spaziale Italiana ne ha forniti due a Pi nazionale: lo spettrometro di Fourier Pfs per lo studio dell’atmosfera e il radar subsuperficiale Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), realizzato con il contributo del Jpl della Nasa. Inoltre, fanno parte del contributo italiano la parte visibile, Vnir, dello spettrometro Omega (con Pi francese) e l’elettronica dello strumento di imaging di atomi neutri energetici Aspera. È italiano anche uno degli scienziati interdisciplinari, Ids, e ci sono scienziati italiani anche nel team della già citata fotocamera Hrsc.

In alto: le vallate del Noctis Labyrinthus in un’inquadratura del video realizzato dall’Esa (Crediti: Esa/Dlr/Fu Berlin & Nasa/Jpl-Caltech/Msss) 

In basso: il video (Crediti: Esa/Dlr/Fu Berlin & Nasa/Jpl-Caltech/Msss)