L’uragano Idalia si è abbattuto ieri sulla Florida. Oltre ai danni alle strutture e alla popolazione, il passaggio dalla costa ha impedito anche il lancio di alcuni satelliti dalla base di Cape Canaveral.
Con venti che hanno raggiunto i 200 chilometri orari, la tempesta è stata classificata un uragano categoria 3 secondo la scala Saffir-Simpson. I satelliti hanno monitorato l’avanzamento di Idalia per aiutare a proteggere le popolazioni locali, inoltrando avvisi d’inondazioni e altre possibilità d’intensa attività tempestosa in diversi stati del sud-est. Le zone costiere della Florida sono state fatte evacuare e oltre un milione e mezzo di persone si sono dovute rifugiare in zone sopraelevate. Nonostante gli sforzi, sono già stati segnalati numerosi feriti, anche se è difficile ottenere dati precisi con la tempesta è in corso.
L’uragano Idalia ha già avuto un impatto sull’industria spaziale. La United Launch Alliance ha deciso di ritardare il lancio del satellite Silent Barker per la US Space Force pianificato per il 29 agosto, ritirando addirittura razzo il Atlas V dalla piattaforma di Cape Canaveral.
Rimane ancora programmato il rientro sulla Terra della Crew-6. Il piano prevede che l’equipaggio si sganci dalla Stazione Spaziale Internazionale alle 15.00, ore italiane, di sabato 1 settembre con un ammaraggio previsto proprio al largo della costa della Florida alle 6.58 di domenica.
L’aumento dell’attività degli uragani è una manifestazione del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Quest’anno si sono intensificati gli incendi, in modo particolare in Canada, i quali contribuiscono al riscaldamento globale e con un impatto di vasta portata in termini di fumo, foschia e particolato intorno alla Terra.
Immagine in evidenza: l’uragano visto dalla Iss – Crediti: Nasa