Dista 2mila anni luce e si può osservare nel nostro emisfero, quello boreale, poco sotto la stella Vega, nella Costellazione della Lira.

E’ la Nebulosa Anello, la 57esima catalogata da Messier. Scoperta alla fine del Settecento, la sua immagine dettagliata ci era arrivata con il telescopio spaziale Hubble.
Adesso, con i suoi strumenti nel vicino e medio infrarosso Webb ci ha fornito immagini uniche grazie alla loro alta risoluzione e sensibilità spettrale.

 

 

La NIRCam (Near-InfraRed Camera) mostra i dettagli della struttura dell’anello interno, mentre MIRI (Mid-InfraRed Instrument) rivela dettagli particolari delle regioni esterne.

 

La nebulosa è composta di circa 20mila dense particelle ricche d’idrogeno molecolare.

L’involucro principale contiene un sottile anello a base di carbonio e da lì partono circa dieci archi concentrici che gli studiosi ritengono abbiano origine dall’interazione della stella centrale e una compagna di piccola massa che orbita a una distanza paragonabile a quella tra la Terra e Plutone.

Questa tipologia di nebulose rivela una sorta di archeologia astronomica, un modo per conoscere la stella che l’ha creata. Il colorato anello principale sarebbe infatti composto dal gas espulso da una stella morente al centro della nebulosa: una nana bianca, un corpo molto piccolo, denso e caldo, lo stadio evolutivo finale per una stella come il Sole.

 

Immagine in evidenza: Nebulosa Anello vista a sinistra dalla NirCam e a destra da Miri – Crediti: Esa/Webb, Nasa, Csa, M. Barlow, N. Cox, R. Wesson