Gli astronauti impegnati nelle prossime missioni sulla Luna avranno bisogno di tute spaziali progettate per resistere alle difficili condizioni in superficie. Le tute dovranno rispettare requisiti di sicurezza e igiene specifici, per evitare lo sviluppo di batteri potenzialmente pericolosi.

Per questo motivo l’Esa è impegnata da anni nel progetto Pextex per valutare i tessuti più adatti alle tute. Contemporaneamente l’Austrian Space Forum sta ora gettando le basi di Bacterma, un programma dedicato allo studio di materiali che impediscano la crescita dei microbi all’interno delle tute.

I materiali antimicrobici tradizionali, come l’argento o il rame, possono causare irritazione cutanea nei quarti stretti di una tuta spaziale, e rischiano di deteriorarsi in tempi piuttosto veloci. I ricercatori di Bacterma hanno deciso di utilizzare i metaboliti secondari, composti chimici prodotti dai microbi dotati di proprietà antibiotiche, come protezione dai batteri.

Nello specifico i metaboliti come il pigmento violaceina e la prodigiosina sono resistenti ai microrganismi che si sviluppano con la sudorazione e sono resistenti alle radiazioni.

L’Austrian Space Forum sta integrando i tessuti di nuova concezione nel suo simulatore di tuta spaziale. Nel marzo 2024 questi materiali verranno sottoposti al primo test analogico sul campo Amadee-24 che si svolgerà in Armenia.

«La tecnologia spaziale finanziata dall’Esa e sviluppata in Europa – ha detto l’astronauta tedesco dell’Esa Mathias Maurer  è un passo cruciale per rafforzare le competenze dell’industria e del mondo accademico per la futura esplorazione planetaria umana e robotica».

Immagine in apertura: concept della tuta spaziale sviluppata nell’ambito del progetto Pextex. Crediti: Comex