C’è un autoinganno del software dietro all’allunaggio fallito dal lander Hakuto-R di Ispace, schiantato sulla Luna lo scorso 25 aprile. Durante la sua discesa, il computer di bordo non ha funzionato come previsto, stimando infatti un’altitudine a 0. Ovvero, il lander ‘pensava’ di essere poco sopra la superficie lunare, quando in realtà si trovava a una quota di circa 5 km dal suolo lunare. Questo ha causato la sua precipitazione in caduta libera, impedendo così ad Hakuto-R di diventare il primo veicolo privato a giungere sulla Luna con un allunaggio morbido.
Secondo il responso dell’indagine effettuata dell’azienda Ispace, il computer di bordo ha ignorato i dati sull’altitudine forniti dal telemetro laser del lander, mentre si avvicinava al sito di atterraggio previsto all’interno del cratere Atlas. Il passaggio sopra il bordo del cratere è stato però fatidico. L’altitudine misurata dai sensori sul lander è aumentata bruscamente, con una discrepanza di circa 3 km rispetto a quanto calcolato dal sistema di navigazione inerziale del lander. Il computer di bordo non era pianificato per prevedere questo cambiamento di quota, anche a seguito di una modifica del sito di atterraggio avvenuta dopo la revisione critica del progetto del febbraio 2021. Secondo i piani precedenti, Hakuto-R sarebbe dovuto allunare nel Lacus Somniorum, una pianura basaltica con pochi crateri.
Con il superamento del bordo del cratere Atlas, il software ha letto, invece, l’altitudine maggiore rilevata dal telemetro laser come un malfunzionamento dello strumento, e per questo motivo ha ignorato il dato.
Credendosi vicino alla superficie lunare, il lander ha così continuato a scendere con una velocità di circa un metro al secondo, frenando la caduta grazie ai suoi propulsori fino a quando non ha esaurito il suo propellente. A serbatoio vuoto, il lander ha iniziato così a precipitare in caduta libera, schiantandosi sulla superficie a una velocità di oltre 100 metri al secondo.
Il software di Hakuto-R è stato sviluppato dalla società Draper, tuttavia Ispace si è assunta la responsabilità del fallimento, collegandolo ai requisiti imposti da lei stessa. Il computer di bordo è stato infatti volutamente progettato per rifiutare una misura di altitudine con un grande scarto rispetto alla stima del lander, per avere così un filtro protettivo nel caso di misure errate dei sensori di bordo causate da eventuali problemi all’hardware.
L’incidente è costato 710.000 dollari per le entrate svanite con la perdita del carico utile della missione. L’azienda giapponese riscuoterà, tuttavia, un risarcimento – ancora in fase di definizione – grazie a un’assicurazione per l’atterraggio stipulata nel 2022 con la compagnia Mitsui Sumitomo, diventando così il primo utente al mondo coperto da un’assicurazione commerciale lunare.
Nonostante l’allunaggio fallito, il lander Hakuto-R ha comunque superato 8 delle 10 tappe fondamentali di questa prima missione, chiamata M1, non riuscendo a ottenere l’obiettivo 9 (completamento dell’atterraggio lunare) e 10 (creazione di condizioni stabili dopo l’atterraggio).
Un percorso incompleto ma comunque di successo, almeno fino al difficile inserimento in un’orbita circolare di 100 chilometri intorno alla Luna. L’esperienza acquisita con M1 rimane, dunque, estremamente positiva per le missioni successive, M2 e M3, previste da Ispace rispettivamente per il 2024 e il 2025, senza che siano state apportate modifiche dopo l’impatto lunare del 25 aprile.
Immagine in evidenza: il team di Ispace mentre osserva una schermata di simulazione che mostra gli ultimi momenti del tentativo di atterraggio del lander lunare privato Hakuto-R il 25 aprile 2023. Crediti: Ispace