Com’erano i corsi d’acqua che anticamente solcavano il Pianeta rosso?

Nuove immagini scattate dal rover Perseverance della Nasa potrebbero mostrare i segni di quello che un tempo era un fiume impetuoso su Marte, più profondo e veloce di quanto gli scienziati abbiano mai visto in passato. Il fiume faceva parte di una rete di corsi d’acqua che sfociavano nel cratere Jezero, l’area che il rover sta esplorando da quando è atterrato sul pianeta rosso, più di due anni fa.

Perseverance sta esplorando la sommità di un ammasso di roccia sedimentaria a forma di ventaglio alto 250 metri e caratterizzato da strati curvilinei che fanno pensare allo scorrere dell’acqua. Una domanda a cui gli scienziati vogliono rispondere è se l’acqua scorreva in ruscelli relativamente poco profondi – più vicini a quelli di cui il rover Curiosity della Nasa ha trovato traccia nel cratere Gale – o in un sistema fluviale più potente.

Ricostruiti da centinaia di immagini catturate dallo strumento Mastcam-Z di Perseverance, due nuovi mosaici suggeriscono quest’ultima ipotesi, rivelando la presenza di grani di sedimenti grossolani e ciottoli, in particolare in uno dei punti all’interno dell’unità curvilinea, soprannominato Skrinkle Haven.

Anni fa, gli scienziati avevano notato una serie di bande curve di roccia stratificata all’interno del cratere Jezero che hanno soprannominato ‘l’unità curvilinea’. Questi strati erano stati osservati dallo spazio, ma ora è stato possibile vederli da vicino, grazie a Perseverance.

Se osservati da terra, gli strati curvilinei appaiono disposti in file che si increspano attraverso il paesaggio. Potrebbero essere i resti degli argini di un fiume che si sono spostati nel tempo o i resti di banchi di sabbia. In passato gli strati erano probabilmente molto più alti. Gli scienziati sospettano che, nel tempo, questi cumuli di sedimenti si siano trasformati in roccia e siano stati levigati dal vento nel corso degli anni, fino ad assumere le dimensioni attuali.

Un secondo mosaico catturato da Perseverance mostra un’altra località che fa parte dell’unità curvilinea e dista circa 450 metri da Skrinkle Haven. Pinestand è una collina isolata con strati sedimentari che si incurvano verso il cielo, alcuni alti fino a 20 metri. Gli scienziati pensano che questi strati alti possano essere stati formati da un fiume impetuoso, anche se stanno esplorando anche altre spiegazioni.

Il rover Perseverance Mars della Nasa ha catturato questo mosaico di una collina soprannominata “Pinestand”. Gli scienziati pensano che gli alti strati sedimentari che compongono la collina possano essere stati formati da un fiume profondo e in rapido movimento.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS

«Questi strati sono troppo alti se raffrontati con i fiumi della Terra», ha affermato Libby Ives, ricercatrice post-dottorato presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa nel sud della California, che gestisce il rover Perseverance. «Ma allo stesso tempo, il modo più comune per creare questo tipo di forme nel terreno sarebbe un fiume».

Il team sta continuando a studiare le immagini di Mastcam-Z alla ricerca di ulteriori indizi. I ricercatori stanno anche guardando sotto la superficie, utilizzando lo strumento radar di penetrazione del terreno a bordo di Perseverance chiamato Rimfax (acronimo di Radar Imager for Mars’ Subsurface Experiment). Quanto appreso da entrambi gli strumenti contribuirà ad ampliare le conoscenze sull’antico passato acquatico di Marte.

«L’aspetto emozionante è che siamo entrati in una nuova fase della storia di Jezero. Ed è la prima volta che vediamo ambienti come questo su Marte», ha detto il vice scienziato del progetto Perseverance, Katie Stack Morgan del Jpl. «Stiamo pensando ai fiumi su una scala diversa rispetto al passato».

La comprensione di questi ambienti acquosi è un passaggio fondamentale nella ricerca di segni di un’antica vita microbica che potrebbe essersi preservata nella roccia marziana.

In apertura: il collage che immortala il luogo soprannominato “Skrinkle Haven”, realizzato con le immagini catturate dal rover Perseverance Mars della Nasa con la fotocamera Mastcam-Z tra il 28 febbraio e il 9 marzo 2023. Crediti: NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS