Ogni 10mila anni i buchi neri situati al centro delle galassie divorano una stella nelle loro vicinanze. Questo fenomeno, al centro di un nuovo studio, prende il nome di evento di distruzione mareale (Tidal Disruption Event – Tde) e si verifica quando una stella si avvicina all’orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio ed è disfatta dalle forze di marea, venendo sottoposta a spaghettificazione. Lo studio, condotto dall’Mit, è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
Finora gli astronomi hanno individuato circa cento Tde, grazie alla luce emessa che viene captata dai telescopi a terra e hanno stimato che questi ultimi producono una enorme quantità di radiazioni. Ora per la prima volta è staro individuato un Tde, denominato WTP14adbjsh, che brilla fortemente nell’infrarosso. Questo evento è il più vicino osservato fino ad oggi: il bagliore è stato captato all’interno di Ngc 7392, una galassia a circa 137 milioni di anni luce dalla Terra.
I ricercatori hanno determinato che WTP14adbjsh si è verificato in una giovane galassia, ricca di stelle neonate. La scoperta è un caso unico nel suo genere dato che, solitamente, i Tde vengono individuati all’interno di regioni dello spazio più tranquille.
Il nuovo studio suggerisce che i tradizionali rilevamenti a raggi X e ottici potrebbero non essere sufficientemente potenti per scoprire i Tde presenti nelle giovani galassie. Il motivo è l’eccessiva produzione di polvere che contraddistingue questi oggetti, in grado di oscurare la vista degli osservatori. Secondo gli astronomi, le ricerche svolte unicamente nella banda dell’infrarosso potrebbero essere utili per scoprire nuovi Tde che si celano nelle nursery stellari.
Crediti immagine: Mit