È un ‘cimelio’ di un’epoca in cui l’Universo era giovane e meno complesso e il suo nome ostico non le ha impedito di salire agli onori della cronaca: si tratta di Pristine 221.8781+9.7844, una stella classificata tra quelle più antiche della Via Lattea.
La condizione particolare dell’astro è stata desunta dall’analisi della sua atmosfera, i cui risultati sono stati presentati nell’articolo “The Pristine survey IV: approaching the Galactic metallicity floor with the discovery of an ultra-metal-poor star”, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
L’indagine è stata svolta da un gruppo internazionale di astronomi, coordinato dall’Istituto Leibniz per l’Astrofisica di Potsdam (Germania) con un forte contributo dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie (Iac).
Pristine deve parte del suo ‘nome in codice’ ad una mappatura dedicata alle stelle più antiche (Pristine Survey), gestita dal suddetto Istituto Leibniz e dall’Università di Strasburgo.
La mappatura è finalizzata ad approfondire le condizioni dell’Universo nei suoi primi giorni di vita, subito dopo il Big Bang, e si centra particolarmente sugli astri superstiti di quell’epoca e sulle loro atmosfere.
Lo strumento utilizzato per individuare queste stelle così âgé è uno speciale filtro installato sul telescopio Canada-France-Hawaii (Chft), situato in vetta al Manua Kea (Hawaii). Per dare una collocazione temporale a Pristine 221.8781+9.7844, gli esperti hanno analizzato la sua atmosfera, riscontrando una carenza di elementi metallici che sarebbe appunto indicativa della sua età veneranda; infatti, subito dopo il Big Bang, l’Universo era ricco di idrogeno ed elio, con limitate quantità di litio e nessun elemento più pesante. La stella in questione, pertanto, risalirebbe agli albori della Via Lattea ed è molto più anziana del Sole.
La ricerca si è basata sui dati spettroscopici ottenuti con due differenti spettrografi, installati su altrettanti telescopi: Isis del telescopio William Herschel (Wht) e Idsdel telescopio Isaac Newton (Int), tutti e due facenti parte del gruppo di telescopi Isaac Newton (Ing), situato presso l’osservatorio di Roque de los Muchachos (Canarie).
Oltre a questi strumenti, il team ha utilizzato anche lo spettrografo Uves del telescopio Vlt dell’Eso, il cui ruolo è stato cruciale per effettuare le misurazioni del litio nell’atmosfera della stella. Studiare astri come Pristine 221.8781+9.7844, secondo gli autori dell’articolo, è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche che hanno portato all’origine della Via Lattea e delle sue prime stelle.