Individuata la stella con la più ampia gamma di elementi mai osservata finora. Secondo uno studio condotto dall’Università del Michigan, in pubblicazione su The Astrophysical Journal, Hd 222925 contiene 65 elementi chimici, di cui 42 pesanti. 

Identificare queste sostanze in una singola stella aiuterà gli astronomi a capire quello che viene chiamato il processo di cattura rapida dei neutroni (r-process), uno dei meccanismi principali con cui sono stati creati gli elementi pesanti nell’universo.

L’r-process inizia con la presenza di elementi più leggeri come il ferro. Quindi, rapidamente, nell’ordine di un secondo, i neutroni vengono aggiunti ai nuclei degli elementi più leggeri. Questo passaggio crea entità più pesanti come selenio, argento, tellurio, platino, oro e torio, tutte raramente rilevate nelle stelle. 

Uno dei momenti in cui è possibile osservare questo processo è la fusione delle stelle di neutroni. Questi oggetti sono composti dai nuclei collassati di astri supergiganti e sono i corpi celesti più piccoli e densi finora conosciuti. La collisione di coppie di stelle di neutroni provoca onde gravitazionali e  – nel 2017 –  gli astronomi hanno rilevato per la prima volta questo tipo di fenomeno. Un altro modo in cui il processo r potrebbe manifestarsi è dopo la morte esplosiva di astri massicci.

Gli elementi che i ricercatori hanno identificato in Hd 222925 sono stati prodotti in una supernova massiccia o in una fusione di stelle di neutroni che si è verificata agli albori del cosmo. Il materiale è stato espulso nello spazio, dove si è poi riformato nell’astro che gli scienziati stanno studiando oggi.

Per analizzare la stella in dettaglio gli astronomi hanno usato uno strumento sul telescopio spaziale Esa/Nasa Hubble, in grado di raccogliere gli  spettri ultravioletti. Questo strumento, chiamato Space Telescope Imaging Spectrograph, è stato fondamentale per consentire agli astronomi di individuare la luce nella parte ultravioletta dello spettro luminoso, proveniente da una stella fredda come Hd 222925. Successivamente, gli scienziati hanno usato uno dei telescopi Magellano, presso l’Osservatorio di Las Campanas in Cile, per raccogliere la luce dalla stella nella parte ottica dello spettro luminoso.

Questi spettri codificano ‘l’impronta chimica’ degli elementi all’interno degli astri e la lettura di questi ultimi consente agli astronomi non solo di identificare gli elementi contenuti nella stella, ma anche la loro quantità.

 Immagine: la stella  Hd 222925. Credit: The STScI Digitized Sky Survey